CAPITOLO 8 - LA COMUNICAZIONE GRAFICA

L'aggettivo "grafico" entra in tanti modi di dire: si parla di metodo grafico per risolvere un problema matematico oppure quando si vuole realizzare una rappresentazione grafica di un qualche fenomeno; diciamo di un esame scolastico che ha sia la prova orale sia la prova grafica. Quello che si capisce da questi e da tanti altri modi di usare questo aggettivo, è che la grafica è uno strumento di comunicazione che possiamo utilizzare sia per rafforzare un messaggio sia per cercare di essere capiti meglio di quando ci esprimiamo con il linguaggio verbale o con la sola scrittura.

1 CHE COS’È LA GRAFICA?

La grafica può essere definita come il complesso di tutte quelle caratteristiche formali come il colore, le linee, i caratteri che determinano l’aspetto di un libro, di uno stampato, di un disegno.

Il grafico è il professionista che si occupa di mettere in equilibrio le parti di testo e di immagini che contribuiscono a dare l’aspetto esteriore ai prodotti che escono da una tipografia, ai contenitori (scatole, buste, ecc.) di ogni tipo di prodotto, oppure alle opere multimediali, come un sito web.

2 UN PO’ DI STORIA

Il termine “grafica” deriva dal greco téchne grafiké e dal latino ars grafica e comprende in sé i due significati di disegnare e di scrivere.

Nell’antichità, infatti, l’atto dello scrivere consisteva nell’incidere una tavoletta di pietra o di cera, azione che oggi risulta più simile al disegno che alla scrittura, visti i mezzi che abbiamo per produrre un testo scritto.

Se poi pensiamo ai graffiti preistorici e, più ancora, ai geroglifici egizi, diventa chiaro come il segno grafico sia stato utilizzato (prima dell’alfabeto) allo scopo di comunicare messaggi e informazioni, quando non concetti e sensazioni.

FIGURA 1 Monogramma (combinazione di due o più lettere) di Cristo.

È facile ricordare esempi del passato in cui il disegno grafico veniva usato per comporre motivi a scopo decorativo, per abbellire e impreziosire gli edifici (fregi, pareti, pavimenti, ecc.). Spesso erano motivi geometrici basati sulla simmetria o sulla ripetizione di un modulo base; si ricorreva anche alla rappresentazione di simboli, per far capire meglio i messaggi, come quelli di tipo religioso, anche da chi non era in grado di leggere e scrivere. Ne è un esempio il monogramma di Cristo, in uso dai primi cristiani, derivante dall’unione delle lettere greche chi e ro che costituiscono l’abbreviazione della parola “Cristo” ►FIG. 1.

Non possiamo poi dimenticare quanto sia stata fondamentale, per l’evoluzione dei messaggi grafici, a metà del Quattrocento, l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Gutenberg, che rappresentò l’inizio della stampa moderna.

Da quel momento in poi si diffuse la tecnica di riprodurre in più esemplari sia i libri, con i loro contenuti di scrittura, sia le immagini.

In epoca moderna, alla fine dell’Ottocento in Inghilterra, venne coniato il termine graphic design, che si può tradurre come “progettazione grafica”. Si cominciarono da quel periodo in poi a delineare le caratteristiche della grafica intesa come tecnica del disegno al servizio della comunicazione visiva. Dopo la Seconda guerra mondiale ci fu un vero e proprio boom della progettazione grafica, soprattutto in funzione della pubblicità finalizzata alla vendita di beni e prodotti. Nella società della comunicazione di massa e dei consumi diventò, infatti, necessario un codice di immagini e di simboli a tutti comprensibile. La progettazione grafica però non è solo strumento di vendita di un prodotto o di un’idea, ma riveste un ruolo di utilità sociale fondamentale in alcuni ambiti, come quello della segnaletica. In questo settore si elaborano simboli, che riescono a comunicare in modo chiaro ed efficace un messaggio di pubblica utilità.

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Il disegno