CAPITOLO 3 - LE PROIEZIONI ORTOGONALI E LE SEZIONI

Noi possiamo riconoscere un oggetto dalla sua ombra, persino una persona, se la conosciamo bene. Ma se osserviamo la sua ombra prodotta da una luce frontale, non riusciamo a capire, per esempio, se la persona ha il naso lungo oppure no.

Dobbiamo allora mettere la persona di profilo o illuminarla lateralmente.

Per fornire il disegno di un oggetto da costruire, per esempio un tavolino, a un falegname, non basta indicare le misure di lunghezza e larghezza, ma occorrono anche quelle della profondità. Riportare su un foglio le giuste indicazioni per descrivere bene un oggetto è lo scopo delle proiezioni ortogonali.

1 LA RAPPRESENTAZIONE DEGLI OGGETTI NELLO SPAZIO

Se la geometria piana ci ha insegnato a riportare le figure geometriche sul foglio da disegno, non possiamo fare a meno di considerare che gli oggetti non hanno due ma tre dimensioni, ovvero altezza, larghezza ►A e profondità ►B. Il tentativo dell’uomo, fin dalle epoche più remote, è stato quello di riuscire a rappresentare il mondo a tre dimensioni su supporti come la parete, la tavola in legno, il foglio dotati di due sole dimensioni (vedi linea del tempo). La geometria descrittiva, con le proiezioni ortogonali, l’assonometria e la prospettiva, ci permette di rappresentare in modo adeguato gli oggetti nello spazio.


2 LE PROIEZIONI ORTOGONALI

2. 1 IL DISEGNO IN PROIEZIONE ORTOGONALE

Nel disegno tecnico e progettuale, il metodo delle proiezioni ortogonali è il sistema di rappresentazione grafica maggiormente usato. Questo metodo scompone un qualsiasi oggetto tridimensionale in immagini che danno informazioni precise sulla sua forma e sulle sue dimensioni.

Perché si parla di proiezioni? Si parla di proiezioni perché noi dobbiamo immaginare di osservare un oggetto da un punto che viene chiamato punto di proiezione P. Dal punto di proiezione P parte un fascio di raggi (come se fossero dei raggi luminosi) in modo perpendicolare, cioè ortogonale, a una faccia dell’oggetto. Questi raggi producono su un piano, chiamato quadro, l’immagine proiettata (la proiezione) della vista dell’oggetto.


Gli elementi fondamentali delle proiezioni.

2. 2 LE SEI VISTE ORTOGONALI

Nel disegno tecnico, quindi, le viste sono delle figure piane (a due dimensioni, nel caso della ► FIG. 1 larghezza e altezza) che si posizionano direttamente davanti a ciascun lato dell’oggetto ► FIG. 1.

Ma ogni oggetto può essere osservato da sei direzioni diverse. Possiamo immaginare l’oggetto da disegnare come se fosse al centro di una scatola trasparente ► FIG. 2.

Le sei viste differenti dell’oggetto sono proiettate sulle facce di questa scatola.

Ognuna delle sei viste è quindi disegnata come se fosse la

vista frontale dell’oggetto ► FIGG. 3 e 3A, 4 e 4A. Di solito, si sceglie la vista che descrive l’oggetto nel modo più completo.



La “scatola” di proiezione (e le sue sei viste) ► FIG. 5 si può sviluppare (aprire) in modo da mettere tutte le viste sul medesimo piano della vista frontale ► FIGG. 6A, 6B e 6C. Le altre viste si posizionano attorno alla vista frontale.


Tra le sei viste possibili, si sceglie di rappresentare quelle che sono necessarie e sufficienti per descrivere la forma dell’oggetto in modo completo, quelle, cioè, che contengono tutte le informazioni riguardo la larghezza, la lunghezza e l’altezza dell’oggetto.

Tre viste sono di solito sufficienti per descrivere un oggetto ► FIG. 7.



In ► FIG. 8 puoi vedere la consueta rappresentazione delle viste in proiezione ortogonale.

Questo tipo di disegno si impiega in tecnologia perché consente di descrivere senza deformazioni le

facce degli oggetti. Ogni vista non mostra che due dimensioni:

-    sulla vista frontale si trovano l’altezza e la lunghezza; la vista frontale sta sul piano verticale, abbreviato con PV;

-    sulla vista dall’alto si trovano la larghezza e la lunghezza; la vista dall’alto sta sul piano orizzontale, abbreviato con PO;

-    sulla vista di fianco (scelta tra la vista da destra o da sinistra) si trovano la larghezza e l’altezza; la vista di fianco sta sul piano laterale, abbreviato con PL.



Questa tecnica di disegno permette di proiettare le dimensioni di una vista verso un’altra vista. In ► FIG. 9 vediamo, per esempio, come la lunghezza del cofano della macchina (evidenziata con linea di contorno verde) è stata riportata dal PO al PV (o viceversa), mentre l’altezza del cofano è stata riportata dal PV al PL (o viceversa). Per riportare le dimensioni dal PO al PL occorre tracciare una linea a 45o che parte dal punto d’incontro dei tre piani (PO, PV, PL) e attraversa il quarto quadrante, quello che viene chiamato piano di ribaltamento o piano di raccordo. In questo caso, sono state riportate le larghezze del cofano della macchina dal PO al PL (o viceversa).

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Il disegno