3 La pietra

3 LA PIETRA

Le pietre, o rocce, sono costituite da minerali che si sono uniti in modo spontaneo.

A seconda di come si sono originate, le rocce si dividono in tre categorie.
1. Rocce magmatiche o ignee. Sono quelle ottenute dal magma solidificato, una massa fusa che si trova nelle profondità della Terra. Si dividono in:
- intrusive, se il magma si solidifica molto lentamente (per esempio, i graniti all’interno della crosta terrestre);
- effusive o vulcaniche, se il magma fuoriesce dalla Terra sotto forma di colata da un vulcano in eruzione (come il basalto e il porfido) FIG. 1.

2. Rocce sedimentarie. Sono quelle che nel corso di milioni di anni si sono originate grazie alla deposizione (sedimentazione) di detriti tenuti insieme da una sostanza cementante. Alcuni esempi sono l’arenaria e il calcare FIG. 2.

3. Rocce metamorfiche. Sono rocce magmatiche o sedimentarie, che hanno subito una trasformazione (cioè una metamorfosi) della loro struttura a causa di una forte pressione o di un cambiamento di temperatura. Tra di esse vi sono i marmi e l’alabastro FIG. 3.
Per la fabbricazione di utensili, gli uomini primitivi impiegavano pietre che si sfaldavano facilmente come, per esempio, la selce, di gran lunga la più usata FIG. 4.
Gli utensili di selce nascono circa 2 milioni di anni fa in Africa a opera dell’Homo habilis, che scheggiò intenzionalmente un sasso in modo da avere un bordo tagliente e con questo primo strumento iniziò a tagliare la carne, a intagliare il legno, a lavorare le pelli.


LA PIETRA NELLE ANTICHE COSTRUZIONI - per saperne di PIÙ!

La pietra è un materiale facile da trovare e facilmente adattabile a più scopi: si può scagliare come un’arma, si può lavorare come la selce, si può utilizzare per le costruzioni. Ma, oltre a essere un materiale con cui si fabbricano oggetti di uso pratico, la pietra ha assunto, sin dagli inizi della storia, anche un significato simbolico quando è stata impiegata per scopi legati alla religione. Un esempio di uso simbolico della pietra è il complesso di Stonehenge (in Inghilterra, vicino a Salisbury), un circolo di enormi massi risalente alla seconda metà del II millennio a.C. FIG. 5, con ogni probabilità destinato al culto del Sole. La costruzione di Stonehenge fu realizzata quando nell’antico Egitto era già stato eretto il monumentale complesso delle piramidi di Giza FIG. 6, risalente più o meno allo stesso periodo in cui in Sardegna apparvero i nuraghi FIG. 7, costruzioni di pietre sovrapposte senza calce realizzate tra il 1800 e il 1100 a.C. Le pietre naturali hanno dunque un ruolo culturale di primaria importanza: sono infatti la materia prima maggiormente utilizzata per realizzare manufatti antichi FIG. 8.


3. 1 IL CICLO DI LAVORAZIONE DELLA PIETRA

Il ciclo di lavorazione della pietra si compone dell’estrazione, del taglio in lastre e della lavorazione delle lastre.


L'estrazione della pietra

Avviene nelle cave, che possono essere:

-    a cielo aperto quando, come a Carrara (nelle Alpi Apuane), la pietra viene tagliata in blocchi regolari estratti direttamente in superficie FIG. 9;

-    sotterranee quando lo scavo per l’estrazione avviene sottoterra.

I blocchi estratti subiscono una prima lavorazione in cava: per esempio la riquadratura di quelli irregolari e la divisione in pezzi più piccoli, quando occorre.

Il taglio in lastre
Dopo l’estrazione dei blocchi in cava grazie a utensili speciali e a potentissimi getti d’acqua sotto pressione (taglio ad acqua), il blocco viene trasportato in segheria dove viene tagliato in lastre.
Le lastre possono essere tagliate più o meno sottili (con spessore variabile da 1 a circa 30 cm) da speciali dischi con il bordo diamantato per renderli più taglienti, che lavorano raffreddati da un continuo getto d’acqua, utile anche per abbattere le polveri che altrimenti sarebbero respirate dagli operatori FIG. 10.

La lavorazione delle lastre
Le tecniche per la lavorazione delle lastre grezze di pietra sono numerose.
Le principali sono la levigatura, che compatta e rende uniforme la superficie, e la successiva lucidatura, che toglie alla lastra l’opacità.
Entrambe le operazioni si effettuano con macchine dotate di piatti rotanti muniti di mole in pietra abrasiva, che consumano la superficie.


FIGURA 9 Una cava di marmo a Carrara.

FIGURA 10 Taglio di un blocco di granito con disco diamantato.

3. 2 I DIVERSI TIPI DI PIETRA NATURALE

I principali tipi di pietra naturale utilizzati in edilizia sono il marmo, il granito, il porfido e l’ardesia.

►    Marmo. È una roccia metamorfica composta in prevalenza da carbonato di calcio: è stato ed è tuttora usato per le sculture, ma, più comunemente, viene utilizzato nelle pavimentazioni interne e nei ripiani di bagni e cucine. Il nostro Paese possiede una grande varietà di marmi, provenienti dalle Alpi Apuane, da Verona e da molte altre località sparse nel territorio nazionale FIG. 11.

►    Granito. È una roccia magmatica di tipo intrusivo, che resiste più del marmo alla compressione e agli acidi. Il granito viene usato per le pavimentazioni interne ed esterne e per il rivestimento dei muri esterni.

►    Porfido. È una roccia magmatica effusiva, che resiste bene agli sbalzi termici, proprietà che lo fa preferire nelle pavimentazioni stradali

FIG. 12 e nelle opere esterne. Cave di porfido si trovano nella provincia di Trento.

►    Ardesia. È una roccia metamorfica da cui si possono ottenere lastre molto sottili e particolarmente resistenti alle intemperie: per questo motivo vengono soprattutto utilizzate per rivestire i tetti FIG. 13.

Altri tipi di pietra utilizzati in edilizia sono rocce sedimentarie come le arenarie, metamorfiche come gli gneiss, vulcaniche come il basalto, calcaree come il travertino molto usato nell’antica Roma.



FIGURA 11 Tre marmi italiani (da sinistra verso destra): Verde Alpi, Rosso di Verona, Bianco di Carrara.

3. 3 GLI IMPIEGHI DELLA PIETRA

Gli impieghi delle pietre naturali sono in stretta relazione con le loro caratteristiche: - le più resistenti e meno delicate sono utilizzate in esterni e sottoposte a sollecitazioni più intense (compressione, flessione, usura, ecc.);
- le più delicate e più tenere sono adoperate negli interni o per lavorazioni decorative.
Va anche ricordato l’uso decorativo e artistico delle pietre naturali impiegate per sculture e intarsi e nei mosaici pavimentali, le cui tessere sono costituite da piccoli pezzi di marmo di ogni colore e provenienza.

3. 4 IL RICICLO DELLA PIETRA

L’uso della pietra come materiale da costruzione ha caratterizzato l’architettura di ogni epoca, ma ha dato origine a una grande quantità di rifiuti da smaltire; basta pensare che di un blocco di pietra o di marmo, meno della metà diventa prodotto finito, il resto è materiale di scarto.

Il taglio, la rifilatura e la levigatura della pietra vengono effettuati con un gran dispendio di acqua (usata per raffreddare gli utensili diamantati e per abbattere le polveri) e di energia elettrica; sono però operazioni che danno anche risultati positivi: producono uno scarto che, se lasciato depositare e sottoposto a filtraggio per recuperare la parte acquosa, trasforma i fanghi di lavorazione in un prodotto riutilizzabile.

Questi scarti, se pressati e colorati, con piccole aggiunte di resine naturali (intorno all’1%) formano un materiale che si può ridurre in lastre, molto simili alla pietra per aspetto e prestazioni, lavorabili anche più facilmente (avendo una struttura omogenea) della pietra naturale, con cui si possono ricavare elementi per pavimentazioni e rivestimenti.

La pietra riciclata consente di:

-    sostituire al costo dei rifiuti (dovuto all’ingombro e allo smaltimento) una risorsa economica;

-    ottenere da sottoprodotti che non si possono adoperare materie prime utili per un’edilizia compatibile con l’ambiente;

-    evitare l’impoverimento delle cave di materiale naturale, contribuendo a limitare il consumo indiscriminato del nostro patrimonio naturale e ambientale.

TecnoFacile B
TecnoFacile B
I settori produttivi