CAPITOLO 5 - CASA, CITTÀ E TERRITORIO

La casa è un bisogno universale, comune a tutta l’umanità. Tutti i popoli, nel corso della storia, hanno messo a punto un sistema per proteggersi dall’ambiente esterno, non solo dalle intemperie, e per delimitare uno spazio nel quale coltivare le proprie relazioni con gli altri individui.

1 L’UOMO E L’ABITAZIONE

1. 1 L’IDEA DI “CASA”

L’abitazione non risponde solo a esigenze pratiche, come quella di avere un tetto sulla testa, ma è anche uno spazio con un valore simbolico.

In alcuni villaggi africani le abitazioni sono raggruppate all’interno di un’area recintata, che è già considerata “casa”, tanto che ci si toglie le scarpe prima di entrare FIG. 1.

In inglese la parola ’’abitazione” si può tradurre in due modi:

1.    house che indica la costruzione, quella di cemento e mattoni;

2.    home che designa la casa come luogo legato alla famiglia e al focolare domestico.

Avere o non avere una casa può significare appar- FIGURA 1 Villaggio africano con capanne e recinto intorno. tenere o meno alla società: chi vive per strada senza mezzi di sussistenza viene anche chiamato “senzatetto” (in inglese homeless, “senza casa”).

La parola casa, nella lingua di molte popolazioni, designa uno spazio più grande di quello della propria abitazione: per indicare l’appartenenza a un luogo, a una regione, perfino a una nazione diciamo “giocare in casa” o “sentirsi a casa”.

1. 2 UN PO’ DI STORIA DELL’ABITAZIONE

All’inizio della storia la vita degli individui si svolgeva all’aperto e l’abitazione serviva come rifugio per la notte e riparo dalle intemperie.

Escludendo i ripari naturali (grotte, caverne), le prime costruzioni furono le capanne, costruite in età preistorica quando l’uomo imparò a usare la pietra scheggiata per tagliare i materiali ►FIG. 2.

Tra l’VIII e il VII millennio a.C., trasformandosi da cacciatore in agricoltore e allevatore, da nomade a stanziale, l’uomo fondò i primi villaggi: uno dei FIGURA 2 Un esempio di capanna preistorica. più antichi scoperti dagli archeologi è quello di Qatal Huyuk, nell’odierna Turchia. Le abitazioni cominciarono a essere costruite in pietra, dove c’era disponibilità di questo materiale, oppure in mattoni di argilla essiccati al sole o cotti nelle fornaci.

IL VILLAGGIO DI ÇATAL HÜYÜK

Il villaggio era costituito da case a forma di cubo addossate l’una all’altra, come per proteggersi.

Le case erano costruite con blocchi di argilla mista a paglia, sostenuti da una struttura di legno.

Gli spazi tra i vari edifici erano molto scarsi, tanto che l’ingresso in ciascuna abitazione e il passaggio tra una casa e l’altra avveniva dai tetti.

Le abitazioni non ricevevano molta luce dalle piccole finestre che si aprivano sui muri esterni.

Con la nascita delle antiche civiltà, il modo di costruire le abitazioni si modificò, differenziandosi a seconda delle classi sociali.

►    In Mesopotamia, intorno al V millennio a.C., si cominciarono a costruire muri con blocchi fatti di paglia e legno tenuti insieme dal fango.


►    A Creta, nel II millennio a.C., venne costruito un cortile centrale sul quale si aprivano i diversi spazi abitativi, in modo da poter raggiungere facilmente gli altri locali a seconda delle necessità.


►    Nell’Egitto del I millennio a.C. erano distinguibili case per operai, per i più ricchi e per il ceto medio.


►    Nella civiltà micenea, che si sviluppò nella Grecia continentale verso il 1300 a.C., su un’altura veniva costruito il palazzo reale, mentre sotto si sviluppava il resto della città. Le case dei contadini si trovavano invece in pianura.

► Ad Atene, nell’età d’oro di Pericle intorno al 400 a.C., sull’altura erano costruiti gli edifici sacri e i luoghi pubblici che formavano l’acròpoli; le abitazioni popolari e quelle dei benestanti, costruite con materiali migliori, sorgevano lungo i fianchi dell’altura. Si trattava di case unifamiliari di uno o due piani, con spazi separati per uomini e donne.

L’ACRÒPOLI DI ATENE

Il grande tempio, che ancora oggi domina l’acròpoli, è il Partenone, dedicato alla dea Atena; fu progettato dal grande architetto Fidia intorno al 447 a.C.

All’interno dell’acròpoli c’era anche un edificio militare, la calcoteca, che era il deposito delle armi per difendere la città.

I propilei erano i portici che avevano la funzione di ingresso principale dell’acròpoli.

L’acròpoli, che aveva sia una funzione difensiva sia religiosa, era protetta da una cinta di spesse mura.

► A Roma le case erano di tre tipi: le domus, all’interno della città che erano le abitazioni dei ricchi; le insulae, che erano le case per il popolo e avevano anche più piani; le villae, che erano le case di campagna dei benestanti.

LA DOMUS ROMANA

L’impluvium era una vasca posizionata sotto al compluvium in cui si raccoglieva l’acqua piovana.

Il compluvium era un’apertura posta nel soffitto dell’atrio che permetteva l’areazione, l’illuminazione e l’entrata dell’acqua piovana.

Il cubiculum era la parte della domus in cui si trovavano le camere da letto.

Il peristylium era un portico che circondava un cortile in cui si trovavano piante, fontane e statue.

L’hortus era il giardino.

Il triclinum era la sala da pranzo.

Il tablinum era il salotto per il ricevimento degli ospiti.

La culina era la cucina.

Il vestibulum era uno spogliatoio.

La taberna era una bottega in cui si svolgevano attività commerciali. Si componeva di un’unica stanza aperta sulla strada.

L’atrium (“atrio”) era il cortile aperto intorno a cui si disponevano gli ambienti della domus.

L’epoca medievale fu caratterizzata da una nuova costruzione: il castello.

In origine era composto da un recinto in legno intervallato da torri e circondato da un fossato, con al centro un edificio in legno, dove abitava il feudatario.


Alla fine del X secolo i castelli cominciarono a essere realizzati in pietra e furono circondati da mura. All’interno si trovavano diversi edifici: le abitazioni dei servitori, dei soldati, degli artigiani, i depositi; l’edificio centrale, il mastio, ospitava l’abitazione del signore ai piani superiori, mentre al pianterreno si trovavano le guardie, la sala in cui si amministrava la giustizia e le cucine; le stanze di servizio (magazzini e depositi) e le prigioni erano nei sotterranei.


Dal XV secolo in poi i castelli non furono più solo difensivi e diventarono palazzi-castelli, residenze delle famiglie più importanti o dimore di caccia.

Vicino ai castelli sorgevano le case dei contadini, che in caso di pericolo chiedevano protezione al signore.

In città, le case medievali furono spesso case-bottega in cui vivevano il maestro artigiano e la sua famiglia, con apprendisti e operai. Poi a causa dell’aumento della popolazione urbana, dovuto alle migrazioni dai villaggi agricoli e dalla montagna, sorsero case-torri in muratura, alte anche quattro o cinque piani FIG. 3.


FEUDATARIO

Titolare di un feudo, ossia di una porzione di territorio concessa dal sovrano in cambio della sottomissione.

MIGRAZIONI

Spostamenti di persone, che possono essere temporanee o definitive dal luogo d'origine a un altro. La migrazione, in genere, è causata dalla volontà di migliorare le proprie condizioni di vita.

IL CASTELLO MEDIEVALE

In caso di assedio, il castello doveva avere cibo a sufficienza per resistere. Pertanto, all’interno delle mura c’erano il forno e i depositi alimentari.

Il castello era protetto da una cinta di mura, interrotte dalle torri in cui si trovavano i mezzi di difesa. Mura e torri erano percorribili dalle guardie grazie a un camminamento.

Il mastio era la costruzione più alta del castello, la zona più protetta e sicura.

In epoca rinascimentale nelle città europee le famiglie più importanti costruirono palazzi eleganti, spesso frequentati da letterati, pittori, scultori e architetti.

Il palazzo rinascimentale FIG. 4 era un blocco in muratura di tre piani che si affacciavano sulla strada e su un cortile interno: al pianterreno si trovavano i locali di servizio; al primo piano vi erano i locali di rappresentanza; al secondo piano si trovavano gli alloggi della famiglia. Le decorazioni erano sontuose e le stanze arredate con mobili di pregio.

Il secondo piano era occupato dagli alloggi della famiglia.

Il pianterreno era destinato ai locali di servizio (cucine, depositi, magazzini).

Il primo piano era composto dai locali di ricevimento e rappresentanza.

Nel Seicento e nel Settecento le abitazioni riflettevano chiaramente la differenza tra le classi sociali FIG. 5. Non lontano dai sempre più sfarzosi palazzi dei sovrani, c’erano le abitazioni della ricca borghesia, raggruppate nel centro della città; i ceti popolari risiedevano in case realizzate in materiali scadenti e vivevano in condizioni igieniche disastrose. Nell’Ottocento le condizioni delle abitazioni operaie, spesso costruite vicino a fabbriche e corsi d’acqua inquinati, non migliorarono. A metà secolo sorsero le prime case popolari FIG. 6, dotate di un minimo di servizi.

Il Novecento è il secolo del cemento armato, che ha permesso di costruire più velocemente e con più sicurezza. In città apparvero i grattacieli e migliorò anche in generale la salubrità degli edifici.


FIGURA 6 Case popolari a Milano dell’inizio del Novecento.

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