AREA 1

CAPITOLO 1 - TECNOLOGIA DEL SETTORE PRIMARIO
CAPITOLO 2 - LA PRODUZIONE ALIMENTARE
CAPITOLO 3 - L'EDUCAZIONE ALIMENTARE

LA TECNOLOGIA AGROALIMENTARE

Conoscenze e Abilità

- Conoscere i fattori naturali e le caratteristiche dei terreni che influenzano la vita delle piante
- Conoscere le operazioni sul terreno e sulle piante
- Conoscere i sistemi di riproduzione delle piante
- Conoscere le coltivazioni principali
- Conoscere i sistemi di allevamento
- Conoscere la pesca e l’acquacoltura
- Conoscere le caratteristiche dell’agricoltura biologica
- Conoscere le caratteristiche dei vari alimenti e i sistemi per lavorarli
- Conoscere i metodi di conservazione degli alimenti
- Saper leggere un’etichetta di un prodotto alimentare
- Conoscere i principi nutritivi degli alimenti e il fabbisogno energetico
- Saper distinguere le buone e le cattive abitudini alimentari
- Conoscere e utilizzare i termini specifici dell’area

Competenze

- Riconoscere nell’ambiente i principali sistemi tecnologici e le molteplici relazioni che essi stabiliscono con gli esseri viventi e gli altri elementi naturali
- Ipotizzare le possibili conseguenze di una decisione o di una scelta di tipo tecnologico, riconoscendo in ogni innovazione opportunità e rischi

Tecnologia nella Storia

Lavorare il suolo agricolo

Prima
Lo scopo dell’aratura consisteva nel tracciare solchi nei terreni e nel rovesciare le zolle quanto più profondamente per fare in modo che le piogge penetrassero in profondità, per aumentare l’ossigenazione e l’esposizione al calore estivo e per favorire il disgregamento e il discioglimento delle sostanze nutrienti.

1 Al tempo dell’antico Egitto, l’aratro in legno tracciava sulla superficie del suolo un piccolo solco, sufficiente a ricevere i semi.

2 La civiltà egizia addomesticò i buoi per usarli nel lavoro dei campi, facendo di questi animali un oggetto di devozione.

3 La grande fertilità dei suoli della Valle del Nilo (il famoso limo) consentiva agli Egizi di non dover arare e dissodare il terreno troppo profondamente.

Dopo
Gli studi più recenti dimostrano che un’eccessiva lavorazione del suolo dà ottimi risultati nell’immediato, ma tende a impoverirlo in modo grave. La tendenza attuale è quella di impiegare tecniche di coltivazione meno invasive per non essere costretti a usare troppi fertilizzanti chimici.

1 Il multivomere è uno strumento che ha bisogno di un trattore molto potente per essere trainato e per compiere il lavoro di aratura in profondità per il quale è stato progettato.

2 Le tecniche di coltivazione più diffuse, basate sulla meccanizzazione indiscriminata, comportano, però, un consumo del suolo fertile di gran lunga superiore rispetto alla capacità della natura di ricostituire le sostanze nutrienti nel terreno.

3 Secondo gli esperti, arare e dissodare il suolo agricolo con tecniche meno invasive consentirebbe di limitare i danni ai campi, ma, nel mondo, solo il 7% di tutto il terreno coltivato viene trattato con procedure rispettose dell’ambiente.

LINEA DEL TEMPO
10 000 ANNI FA: nasce l’agricoltura in Medio Oriente (nella mezzaluna fertile) attraverso la domesticazione delle piante, che è la selezione di alcune specie vegetali tra le piante selvatiche perché giudicate più utili.

3500 A.C.: in seguito all’invenzione dell’aratro si sviluppa l’agricoltura soprattutto in Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo, dove l’uomo, abbandonata la vita nomade, comincia ad addomesticare gli animali come aiuto nell’aratura e nella fertilizzazione del terreno. 

1000 A.C.: all’aratro in legno si sostituisce l’aratro in ferro. 

EPOCA ROMANA: viene introdotta la rotazione biennale in base a cui, in autunno, metà del campo viene seminata con cereali e l’altra metà viene lasciata a riposo (maggese). Il secondo anno si invertono le due porzioni. 

500 D.C.: gli ordini monastici, soprattutto i Benedettini, diffondono la cultura dell’ora et labora (“prega e lavora”, sottinteso, la terra) dando impulso all’agricoltura. 

PUNTO DI SVOLTA 
XI SECOLO: vengono introdotti il collare rigido e la ferratura dei cavalli. Queste due invenzioni consentono l’uso dell’aratro pesante. 

1492: dopo la scoperta dell’America, si diffondono nuove piante tra cui il mais, la patata, il fagiolo, l’arachide, il pomodoro, il peperone, la papaya. 

XVII SECOLO: si adottano nuove tecniche basate sulla rotazione pluriennale e sulla sostituzione del maggese con pascoli per il bestiame, anche per ottenerne concime naturale. 

XVIII SECOLO: il grande sviluppo dell’agricoltura e l’elevata necessità di aratri e di altri attrezzi in metallo stimola la produzione delle fabbriche durante la rivoluzione industriale. 

XIX SECOLO: compaiono le macchine agricole a vapore e i concimi chimici. L’attività agricola diventa ben presto di tipo industriale nei Paesi più sviluppati. 

XX SECOLO: si ha un grande sviluppo tecnologico sotto forma di produzione di fitofarmaci e fertilizzanti, meccanizzazione dei lavori agricoli e pratiche di ingegneria genetica; si parla quindi di agricoltura intensiva. 

OGGI: emergono problemi di sostenibilità: cresce l’esigenza di un’agricoltura più attenta alle problematiche ambientali.

L’aratro pesante

Questa pagina celebra l’ingegno di diversi anonimi inventori, che resero meno bestiale il lavoro nei campi. A partire dall’XI secolo, in Occidente migliorarono le pratiche di coltivazione e si perfezionarono gli strumenti agricoli. Accanto all’aratro leggero di legno, cominciò a comparire l’aratro pesante, che permise di tracciare solchi più profondi, soprattutto sui terreni umidi dell’Europa centro-settentrionale. L’aratro pesante era costituito da una lama verticale, da un versoio (uno strumento che rivoltava le zolle di terra) e due ruote. Per smuovere questo sistema di strumenti era necessaria una forza animale decisamente maggiore di quella che muoveva l’aratro di legno. Bisognava quindi attaccare una o più coppie di buoi o di cavalli. Nella stessa epoca, fu introdotto l’uso di ferrare i cavalli: ciò permise a questi utilissimi animali di puntare le zampe sul suolo, esercitando una maggiore spinta ed evitando di scivolare sui terreni sassosi o troppo umidi. Un’altra importante innovazione tecnica fu il collare rigido per le bestie da tiro. Il collare, diversamente dalle vecchie bardature, permetteva agli animali di respirare liberamente e di scaricare lo sforzo del traino su tutto il corpo. Queste migliorie moltiplicarono la produttività dei suoli agricoli, permettendo di combattere le avversità del tempo e le carestie.

TecnoFacile B
TecnoFacile B
I settori produttivi