3 Gli impianti di servizio alle abitazioni

3 GLI IMPIANTI DI SERVIZIO ALLE ABITAZIONI

Nelle nostre case occorre far arrivare l’elettricità, il gas, l’acqua, il telefono, il riscaldamento, il segnale TV.

Il professionista incaricato dalla proprietà deve quindi prevedere, nella fase progettuale, dove far passare le condutture per rifornire le abitazioni dei servizi previsti e per smaltire le acque di scarico.

L’incaricato dalla proprietà può anche affidare il lavoro a un progettista specializzato negli impianti, cioè nelle apparecchiature e nelle linee di conduttura necessarie a fornire un determinato servizio (per esempio, la caldaia per il riscaldamento e i tubi che portano l’acqua calda nei termosifoni).


3. 1 L’IMPIANTO IDRAULICO

L’impianto idraulico serve per portare nelle case l’acqua potabile e smaltire le acque di scarico.

L’impianto è generalmente composto:

-    da una o più colonne di adduzione, cioè tubi verticali che portano l’acqua in casa, attingendola dalla tubazione dell’acquedotto municipale;

-    dalle tubature di distribuzione che, partendo dalle colonne di adduzione, raggiungono i vari piani e i vari ambienti dell’edificio (bagni e cucine);

-    da una o più colonne di scarico delle acque nere, ovvero quelle provenienti dalla cucina (lavello, lavastoviglie) e dal bagno (doccia, lavabo, WC, ecc.);

-    dalle tubazioni di raccolta delle acque bianche, in cui le acque piovane vengono convogliate dalle grondaie e dai tombini.

In ogni appartamento (cerca dov’è quella di casa tua) c’è la presa dell’acqua potabile, cioè una manopola o un rubinetto da cui partono i tubi per l’acqua che riforniscono i vari apparecchi sanitari, i lavabi, la lavatrice, la lavastoviglie, ecc.

Ciascun apparecchio, poi, è dotato di un tubo di scarico che si collega alla colonna di scarico delle acque nere; ogni tubo di scarico ha un sifone che permette il passaggio dell’acqua verso lo scarico, ma evita il ritorno di odori sgradevoli FIG. 21.

La colonna di scarico delle acque nere:

-    in alto termina, sopra la linea del tetto, con un piccolo comignolo, chiamato sfiatatoio, che serve a disperdere i gas e l’aria evitando rigurgiti e il cattivo funzionamento dei sifoni;

-    in basso si collega con la tubazione che porta le acque di scarico nel

collettore fognario, sotto la strada.

Le acque nere e le acque bianche dovrebbero defluire in due diverse fognature, ma oggi spesso si utilizza un unico collettore che raccoglie gli scarichi bianchi e neri (fognatura mista).

A volte l’acqua non arriva ai rubinetti direttamente dalle colonne di adduzione, ma viene raccolta in un grande serbatoio, l’autoclave, che, azionato da una pompa elettrica, spinge l’acqua sotto pressione ai piani più alti dell’edificio. L’impianto, vicino alla presa principale, è dotato di un contatore, utile per verificare il consumo di acqua; accanto alla presa principale c’è un rubinetto che permette di interrompere il passaggio dell’acqua in caso di lavori di riparazione e manutenzione dell’impianto, quando la casa resta a lungo disabitata o per evitare allagamenti in caso di guasto o perdita. Generalmente i tubi di scarico corrono lungo le parti basse delle murature e confluiscono in una particolare tubazione, la braga, posizionata sotto il water, in cui si immette lo scarico del water stesso FIG. 22. Lavabi, lavandini, bidet, vasche da bagno sono dotati di un foro chiamato bocchetta del troppo pieno, posizionato a qualche centimetro dal bordo. La bocchetta, collegata al sifone e allo scarico, serve (qualora ci dimenticassimo aperto un rubinetto con il tappo di scarico chiuso) per evitare la fuoriuscita dell’acqua dal bordo. È però una sicurezza parziale, perché, se il rubinetto è aperto del tutto, riversa più acqua di quanto il foro sia in grado di smaltire.


3. 2 L’IMPIANTO TERMICO

L’impianto termico consente di fornire la giusta quantità di calore agli ambienti.

L’impianto termico può essere di due tipi: centralizzato o autonomo.

► L’impianto centralizzato è frequente negli edifici con più appartamenti. È costituito da una caldaia collocata in un locale solitamente situato nel piano interrato. STUDIAMO INSIEME L’acqua riscaldata risale dalle tubazioni verso gli appartamenti e cede il suo calore all’aria dell’ambiente riscaldandolo. Quando si raffredda, passa nelle colonne di discesa tornando alla caldaia.

► L’impianto autonomo serve un solo appartamento. La caldaia è alimentata dal gas metano che può arrivare dalla rete o da bombole. La caldaia è al di fuori dell’abitazione (sul balcone, per esempio) oppure in un locale ben areato e va collegata a una propria canna fumaria.

Esistono metodi diversi per riscaldare gli ambienti di un’abitazione, a seconda del tipo e della grandezza dell’edificio: stufe (a gas, a legna, a cherosene, elettriche)

e caminetti; nelle case di città è più usato il termosifone o il riscaldamento a pavimento.

I termosifoni si compongono di una serie di moduli agganciati l’uno all’altro, in cui l’acqua giunge riscaldata a circa 70 oC. In alternativa al riscaldamento effettuato con i termosifoni, da qualche tempo è sempre più in uso il riscaldamento a pavimento, realizzato con una tubazione disposta a serpentina all’interno dei getti di livellamento delle pavimentazioni, sotto il rivestimento.

L’acqua, riscaldata a circa 40 oC, cede lentamente e in modo più uniforme il suo calore nell’ambiente, con gran risparmio di energia e seccando di meno l’aria.



3. 3 L’IMPIANTO ELETTRICO

L’impianto elettrico trasmette l’energia elettrica dalla rete pubblica alle abitazioni e consente l’illuminazione e il funzionamento di apparecchiature essenziali nella nostra vita quotidiana.

Nelle abitazioni, la linea elettrica che arriva dall’esterno passa prima per il contatore, un apparecchio che ha la funzione di misurare in chilowattora la quantità di energia consumata.

Successivamente la linea passa nel quadro elettrico generale, di cui fa parte l’interruttore salvavita, che interrompe il flusso di elettricità in caso di cortocircuito. Quindi, l’impianto si ramifica nei vari ambienti dell’appartamento attraverso i fili elettrici racchiusi in apposite condutture di materiale plastico.

I collegamenti tra la rete principale e i vari locali dell’abitazione sono realizzati tramite le scatole di derivazione, poste nei muri e facilmente ispezionabili perché dotate di coperchio.

L’impianto elettrico (che viene realizzato dopo l’impianto idraulico) deve tenere conto innanzitutto dei carichi elettrici dei vari ambienti della casa, ovvero di quanta energia elettrica occorre in ognuno di essi. Le fasi di lavoro per la realizzazione di un impianto elettrico sono indicate di seguito.

► Tracciatura. Innanzitutto il percorso della linea elettrica va segnato sulle pareti, seguendo le indicazioni del progetto e segnalando la posizione dei punti luce, degli interruttori, dei dispositivi di comando, delle prese di corrente di servizio e di quelle per gli elettrodomestici. Poi l’impianto può essere fatto:

-    a vista, con cavi e copricavi in evidenza;

-    sottotraccia, con i fili e le cassettine dei comandi e delle prese sistemati nella muratura, praticando dei solchi nelle pareti, poi ricoperti dall’intonaco.


► Posizionamento del quadro elettrico generale. Il quadro principale va messo il più vicino possibile al punto in cui la società elettrica fa arrivare l’energia all’abitazione; in qualche caso, con l’intenzione di contenere i costi, è posto verso la strada da cui parte la rete di alimentazione FIG. 23.


► Collocamento del paletto dispersore per l’impianto di messa a terra. È un dispositivo che scarica eventuali dispersioni di corrente verso il terreno, rendendole inoffensive per noi. È una fase fondamentale per la sicurezza. Il paletto dispersore può essere destinato a una sola abitazione oppure essere in comune per tutte le abitazioni di un condominio FIG. 24. 


► Infilaggio. Corrisponde alla fase di inserimento dei cavi elettrici nelle tubazioni di plastica predisposte nella muratura. 


► Finitura dell’impianto. Dopo la tinteggiatura dei locali il tecnico monta i frutti (è il nome tecnico che si dà alla parte centrale di diversi dispositivi come gli interruttori o le prese) delle cassette elettriche, completa i collegamenti, termina il montaggio dei quadri elettrici, sistema le placchette coprinterrutore e copripresa; infine, fa tutte le verifiche necessarie per poter rilasciare la dichiarazione di conformità dell’impianto alle norme di legge che fissano i limiti per poter definire sicuro l’impianto elettrico.


L’IMPIANTO DI MESSA A TERRA - per saperne di PIÙ!

È possibile che un guasto danneggi l'isolamento elettrico e che una parte metallica di un elettrodomestico possa trasmettere corrente, provocando la folgorazione di chi lo tocca. Per non correre questo rischio è necessario l'impianto di messa a terra, che mette al riparo da situazioni pericolose collegando ogni apparecchio elettrico al terreno.

L'impianto di messa a terra è costituito da una serie di cavi elettrici di colore giallo-verde, collegati in ogni presa, che confluiscono in un dispersore, un paletto di metallo piantato in profondità nel terreno.

Le spine (che infiliamo nella presa per ricevere la corrente elettrica) hanno nel contatto centrale quello per la messa a terra: questo non deve essere mai rimosso perché protegge la nostra sicurezza.

3. 4 L’IMPIANTO DEL GAS DOMESTICO

L’impianto del gas domestico è l’insieme delle tubazioni che partono dal punto in cui la società del gas consegna la fornitura, fino alle varie apparecchiature per il riscaldamento o per la cottura dei cibi.

Il gas maggiormente utilizzato nelle case italiane è il metano: è un gas naturale che produce un basso livello di inquinanti e arriva nei centri abitati attraverso i gasdotti che si diramano in modo capillare verso tutti gli utenti.

Se l’impianto domestico non è collegato alla rete di distribuzione del metano, può essere alimentato con bombole di un altro gas, il GPL (gas di petrolio liquefatti).

I rischi connessi all’impianto del gas sono almeno due:

-    la fuoriuscita di monossido di carbonio, mortale anche in piccole quantità, che si produce quando una combustione avviene in scarsa presenza di ossigeno o in locali non provvisti di una buona aerazione;

-    la fuga di gas, a cui si è preventivamente cercato di ovviare aggiungendo al gas delle sostanze che gli danno un odore caratteristico, in presenza del quale è in molti casi possibile intervenire chiudendo i rubinetti.

In genere le fughe di gas sono dovute alla distrazione, che fa dimenticare aperte le manopole, alla fiamma accidentalmente spenta da un liquido fuoriuscito da una pentola durante la cottura, oppure a un guasto.
Pertanto conviene provvedere alla manutenzione periodica dell’impianto: quando l’acqua calda domestica, per i lavaggi e per i termosifoni, è prodotta da una caldaia a gas, questa deve essere controllata da un tecnico per lo meno una volta all’anno.
Come pure va controllato lo stato del tubo che collega il rubinetto del gas al forno: non deve mai essere piegato o schiacciato e, per evitare pericolose rotture, va sostituito entro la data di scadenza indicata su di esso.
Possiamo fare qualcosa di utile anche direttamente senza ricorrere all’assistenza tecnica:
- controllando il buon funzionamento delle manopole del fornello;

- verificando che la fiamma sia sempre regolare e di un bel colore azzurro;
- chiudendo il rubinetto centrale ogni sera e prima di assentarci da casa per lunghi periodi.

3. 5 TELEFONO, INTERNET, TV

Vivendo in un’epoca di continua trasformazione e innovazione tecnologica, il telefono cellulare non rende più indispensabile il telefono fisso.
È utile, però, avere il collegamento telefonico perché sul suo doppio filo, comunemente chiamato doppino, viaggia la connessione Internet resa possibile dal collegamento veloce ADSL.
Come avviene per gli altri impianti sinora analizzati, anche quello telefonico arriva da condutture interrate in strada alla presa principale di casa nostra, generalmente posizionata vicino all’ingresso: da qui si dirama il doppino domestico, che va a finire in altre eventuali prese a muro.
Perché la trasmissione dei dati non si sovrapponga e interferisca con i suoni vocali, per l’attivazione del servizio ADSL è necessario impiegare un apposito filtro che smista i due tipi di segnali, migliorando sia la ricezione del telefono sia quella dei dati sulla connessione Internet.
Il segnale delle trasmissioni televisive (con il sistema analogico o digitale terrestre) si riceve tramite un’antenna posizionata sul tetto della casa, che può servire uno o più utilizzatori. Dall’antenna parte un cavo, detto coassiale FIG. 25, che termina con una presa a cui è collegato l’apparecchio TV.
L’impianto per la TV satellitare consente di ricevere i programmi che provengono dai satelliti geostazionari. Questi sono satelliti che girano attorno alla Terra alla stessa velocità del nostro pianeta, per cui un osservatore immaginario li vedrebbe fermi rispetto alla Terra.
I segnali provenienti dai satelliti vengono ricevuti grazie a un’antenna particolare, chiamata parabola, orientata nella direzione del satellite che si vuole captare FIG. 26.


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