CAPITOLO 1 - TECNOLOGIA DEL SETTORE PRIMARIO

La coltivazione della terra, l'allevamento degli animali, la pesca, lo sfruttamento dei boschi, l'estrazione dei materiali dal suolo sono attività che fanno parte di quello che si definisce settore primario. Si chiama "primario" perché comprende le attività che ricavano direttamente dalla natura ciò che serve all'uomo. Ed è proprio da qui che cominceremo il nostro percorso di studio.

1 LE ORIGINI DELL’AGRICOLTURA

Circa 10 000 anni fa, in un territorio chiamato Mezzaluna fertile, compreso tra l’antica Mesopotamia e il delta del fiume Nilo, gli uomini cominciarono a provare a far nascere dalla terra quel cibo che fino ad allora avevano raccolto nei luoghi dove nasceva spontaneo. Era un territorio attraversato da molti fiumi, sulle rive dei quali crescevano in modo naturale piante come il frumento e l’orzo. I popoli che abitavano la regione iniziarono a conservare i semi di queste piante per metterli nella terra fangosa che i fiumi trascinavano sulle rive durante le inondazioni. Dapprima si dedicarono al solo spargimento dei semi sul terreno, rimanendo in attesa del loro sviluppo. In seguito, quei primi contadini capirono che le piante avrebbero prodotto di più se il terreno fosse stato coltivato, cioè curato con tutta una serie di lavori utili per fargli dare frutto. Con frumento e orzo ebbe così inizio l’agricoltura, una parola che deriva dal sostantivo latino ager, “campo”, e dal verbo còlere, “coltivare”. E di conseguenza molti gruppi umani, che fino ad allora erano nomadi, (cioè vivevano senza fissa dimora, spostandosi dove trovavano il cibo) divennero stanziali, ossia si fermarono a vivere nei territori più fertili, dove potevano coltivare il cibo, solitamente vicino ai fiumi.

2 I FATTORI NATURALI

Poiché le attività agricole si svolgono in gran parte all’aria aperta, il clima e la composizione del suolo sono i fattori naturali che le influenzano in modo fondamentale.

2. 1 IL CLIMA

Ognuno di noi sa per esperienza che: certe piante vivono e si riproducono bene al sole; altre vanno tenute al caldo d’inverno; altre ancora hanno bisogno di molta acqua.

1.    L’irraggiamento solare. La luce del sole è indispensabile per i vegetali perché avvenga la fotosintesi clorofilliana. La quantità di luce ricevuta dalla pianta cambia a seconda della latitudine (posizione rispetto all’equatore), delle stagioni e della nuvolosità.

2.    La temperatura. Per le piante è importante sia quella dell’aria sia quella del terreno, ed entrambe devono raggiungere la giusta gradazione nelle varie fasi di crescita della pianta. Il frumento, per esempio, non ha bisogno di temperature molto alte per la sua germinazione, mentre ha bisogno di una temperatura abbastanza elevata per la maturazione delle spighe.

3. L’acqua (H2O). È necessaria alle piante perché in essa si trova disciolto il loro nutrimento. Inoltre, l’ossigeno (O) e l’idrogeno (H), di cui è composta, sono utili alla fotosintesi clorofilliana.

È anche importante la quantità d’acqua che cade sul terreno: un eccesso può provocare allagamenti; la sua scarsità crea siccità. In entrambi i casi si possono avere gravi conseguenze per la vita dei vegetali.

LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA - per saperne di PIÙ!

La fotosintesi clorofilliana è il processo in cui, per mezzo della clorofilla, una sostanza colorante che dà il colore verde alle foglie dei vegetali, l'energia luminosa fornita dai raggi del sole viene trasformata dalle piante in un tipo di energia in grado di compiere reazioni chimiche.

Questa energia, chiamata appunto energia chimica, combina l'acqua (H2O), assorbita dal terreno dalle radici delle piante, con l'anidride carbonica (CO2), assorbita dall'aria attraverso gli stomi, piccolissime aperture sulla superficie delle foglie. Il prodotto di questa combinazione è una sostanza complessa e ricca di energia, il glucosio, un particolare zucchero.

Durante la fotosintesi si libera ossigeno (O2) attraverso gli stomi.

Questo è il motivo per cui le piante sono così importanti per la vita sulla Terra: non solo producono importanti sostanze come gli zuccheri, ma mantengono la nostra atmosfera ricca di ossigeno, il gas necessario per la respirazione di tutti gli organismi viventi.

2. 2 L’ORIGINE E LA COMPOSIZIONE DEL SUOLO AGRARIO

Il suolo (chiamato comunemente anche terreno) è la parte superficiale della crosta terrestre, quella a diretto contatto con l’aria; ha uno spessore variabile da pochi centimetri a qualche metro ed è utilizzato dalle piante come fonte di nutrimento, come ambiente in cui svilupparsi e come sostegno per la crescita.

Il suolo è fatto a strati e la sua composizione deriva innanzitutto dal tipo di rocce da cui è originato: perciò si parla di suoli generati da una roccia madre.

Come si genera un suolo? Le rocce esposte all’azione del vento e della pioggia si disgregano, dando origine a prodotti inorganici che formano uno strato di detriti. Su di essi si insediano piccoli organismi come batteri, muschi e licheni che contribuiscono alla trasformazione dei detriti per mezzo di sostanze da loro prodotte. I residui organici di questi piccoli esseri viventi si accumulano e formano uno strato sottile che permette la crescita di vegetali che hanno un maggior bisogno di nutrimento. Nello stesso tempo anche piccoli organismi animali (larve di insetti, piccoli vermi) partecipano alla formazione del suolo: i resti decomposti di tutti gli organismi vegetali e animali danno origine allhumus, una massa di colore scuro ricca di elementi nutritivi per le piante.

2. 3 LA COMPOSIZIONE IDEALE DEL SUOLO

Il suolo ideale per le coltivazioni dovrà avere questa composizione:

-    45% di sostanze inorganiche (argilla, ghiaia, sabbia);

-    25% di acqua (di più o di meno farebbe marcire o seccare le radici);

-    25% di aria (la mancanza di aria soffocherebbe le radici);

-    5% di sostanze organiche (che rendono il terreno nutriente per le piante).

Per essere considerato fertile un terreno deve avere tre caratteristiche:

1.    una giusta proporzione delle sostanze minerali;

2.    una buona sofficità e leggerezza che consente una certa circolazione dell’aria;

3.    la presenza di una buona quantità di sostanze organiche, vero nutriente per le piante.

MAPPA CONCETTUALE

3 LE LAVORAZIONI AGRICOLE

La coltivazione è un insieme di lavorazioni che prevedono vari interventi dell’agricoltore:

-    sul terreno, quali la bonifica, le attività di preparazione del terreno, quali l’aratura, l’erpicatura e la rullatura, la semina, la concimazione e l’irrigazione;

-    sulle piante, come le tecniche di moltiplicazione delle piante, la rotazione delle colture, la protezione delle colture (le serre) e l’uso dei fitofarmaci.

3. 1 LA BONIFICA

Prima di iniziare la coltivazione è spesso necessario ripulire il terreno. Questa operazione si chiama bonifica.
La bonifica dei suoli mai coltivati o abbandonati si realizza con:
- la rimozione della vegetazione spontanea (erbacce, cespugli, alberi) fino alla radice;
- la pulizia del suolo da pietre e sassi e lo spianamento della superficie;
- l’eliminazione dell’acqua stagnante mediante prosciugamento.

3. 2 LA PREPARAZIONE DEL TERRENO

Alla bonifica segue la preparazione del terreno per la semina, che ha scopi diversi:
- garantire una buona aerazione al terreno;
- facilitare l’assorbimento dell’acqua per evitare pericolose stagnazioni;
- regolarizzare la planarità del campo per facilitare le operazioni di semina e irrigazione;
- facilitare l’interramento delle sementi e dei concimi.
La prima operazione utile per preparare il terreno per la semina è l’aratura: consiste nel tagliare e rivoltare le zolle del terreno con l’aratro FIG. 1, un attrezzo che contemporaneamente:
- taglia il terreno verticalmente con il coltro A ;
- taglia il terreno orizzontalmente con il vomere B ;
- rovescia la zolla con il versoio C .
Il bure D è la barra che collega l’aratro al trattore.
La profondità dell’aratura varia a seconda del tipo di coltivazione: per esempio, per il granoturco è di circa 30-40 cm.
Ribaltando le zolle, l’aratura:
- soffoca la vegetazione precedente e interra le stoppie, arricchendo il terreno di sostanze organiche;
- aumenta la morbidezza del terreno per favorire le lavorazioni che verranno dopo.
All’aratura seguono l’erpicatura, che sminuzza le zolle rovesciate dall’aratro, e la rullatura che si effettua per spianare un terreno che risulti troppo soffice.

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