7 Noi e l’elettricità

7 NOI E L’ELETTRICITÀ

7. 1 IL CORTOCIRCUITO

Se un cavo elettrico è usurato, o se una spina o una presa sono difettose, può succedere che il filo di fase e il neutro si tocchino: in questo caso avviene il cortocircuito.

È un segnale del cortocircuito il forte odore di plastica bruciata: in questo caso bisogna andare vicino alle prese inserite per cercare di individuare la fonte dell’odore.

Se siamo ancora in tempo, bisogna staccare subito la corrente e chiamare un tecnico; se vediamo fumo o persino fiamme, bisogna spegnerle con un estintore, mai con l’acqua, perché si rischia la folgorazione. Se quando andiamo a reinsere il salvavita scatta di nuovo, significa che il cortocircuito è in atto: poiché può dipendere da un elettrodomestico o da una lampada, occorre staccare tutte le spine dalle prese.

Se, riattaccandolo, il salvavita non si stacca più, è evidente che il cortocircuito dipende da qualche apparecchio ed è facile individuare il responsabile perché, appena si riattacca la sua spina, il salvavita scatta di nuovo. Anche in questo caso conviene chiamare un tecnico o portare a riparare l’apparecchio che ha causato il cortocircuito.

È raccomandabile, in tutte queste operazioni, non toccare i cavi con i fili scoperti con le mani, perché c’è il rischio di rimanere fulminati.

7. 2 GLI EFFETTI DELL’ELETTRICITÀ SUL NOSTRO ORGANISMO

Il nostro corpo è molto sensibile alla corrente elettrica, anche perché impulsi elettrici partono dal nostro cervello, viaggiano lungo le fibre nervose (che potremmo paragonare a dei conduttori) e fanno, per esempio, contrarre le fibre muscolari.

Se l’equilibrio elettrico interno al nostro organismo viene modificato da una corrente esterna attraverso il contatto con una sorgente elettrica, le nostre funzioni vitali vengono alterate.

Il contatto con la sorgente elettrica può essere diretto o indiretto:

-    diretto, quando il nostro corpo tocca parti normalmente in tensione;

-    indiretto, quando tocchiamo parti che di solito non sono in tensione, come quelle metalliche di apparecchi che a causa di un guasto dell’isolamento, sono accidentalmente attraversate da corrente.

Gli effetti della corrente elettrica sul nostro corpo sono diversi e tutti molto seri.


Tetanizzazione. È la contrazione involontaria delle fibre muscolari, con una paralisi parziale delle parti attraversate dalla corrente. Quando lo stimolo si ripete con una frequenza molto elevata, si può arrivare alla contrazione completa del muscolo.


► Arresto della respirazione. È una conseguenza del blocco dei muscoli respiratori o della paralisi dei centri nervosi che comandano tali muscoli.


► Fibrillazione cardiaca. È una contrazione delle fibre muscolari del cuore non armonica, dal ritmo disordinato, che non consente al cuore di funzionare normalmente. Il ritorno alla normale funzione cardiaca è possibile intervenendo rapidamente con apparecchi medici adatti, come il defibrillatore ►FIG. 30.


► Arresto cardiaco. Avviene quando si è sottoposti a elevate intensità di corrente.


► Ustioni. Si verificano perché la corrente elettrica, per l’effetto Joule, trasmette calore alle parti attraversate. Le ustioni si manifestano nei punti di entrata e di uscita della corrente.

La corrente attraversa il corpo umano perché va verso il terreno, che ha potenziale uguale a zero; gli effetti della corrente sul nostro corpo dipendono:

-    dall’intensità della corrente;

-    dagli organi attraversati;

-    dalla resistenza che il corpo oppone al suo passaggio.

I casi meno gravi di folgorazione, quelli non mortali, presentano disturbi respiratori, anomalie nel battito del cuore, dolori diffusi, un senso generale di stanchezza e disagio.

7. 3 BUONE PRATICHE PER UN USO SICURO DELL’ELETTRICITÀ

Con l’elettricità non si scherza ed è bene conoscere alcune buone pratiche per prevenire incidenti:

-    sapere dov’è il quadro elettrico generale;

-    verificare il buon funzionamento dell’interruttore differenziale (salvavita) premendo, una volta al mese, il pulsante test;

-    non lasciare accesi apparecchi che potrebbero creare problemi durante la nostra assenza o di notte;

-    non utilizzare apparecchi elettrici vicino a liquidi (lavandini, vasche o recipienti d’acqua) o in presenza di umidità elevata;

-    non sovraccaricare le prese con prese doppie e triple che possono surriscaldarsi;

-    usare le prolunghe elettriche solo quando necessario: dopo l’uso staccarle e riavvolgerle;

-    non collegare a forza le spine di tipo tedesco con prese di tipo diverso (mancherebbe il collegamento a terra);

-    non togliere mai la spina tirando il filo e prima di spegnere l’apparecchio;

-    cambiare le lampadine solo dopo aver staccato la corrente;

-    in presenza di bambini piccoli, coprire le prese con gli appositi salva-prese isolanti.

7. 4 PRATICHE PER UN CONSUMO COSCIENTE DELL’ELETTRICITÀ

Evitare o ridurre lo spreco di energia elettrica non significa solo spendere meno, ma anche utilizzare in modo consapevole una risorsa utile

a tutti.

Ecco come possiamo intervenire sull’illuminazione domestica:

-    accendiamo solo le lampade di cui abbiamo bisogno e ricordiamoci di spegnerle quando usciamo dalla stanza o di casa;

-    sostituiamo le lampade a incandescenza con le lampade fluorescenti compatte a basso consumo, soprattutto in quegli ambienti in cui è previsto un uso prolungato della luce artificiale. A parità di luminosità consumano meno energia e durano molto più a lungo, ripagando il costo maggiore rispetto a quelle a incandescenza;

-    cerchiamo di evitare i punti luce con molte lampadine: una lampada da 100 watt ci dà la stessa luce di sei lampade da 25 watt e consuma il 50% in meno;

-    eliminiamo la polvere dalle lampadine almeno una volta l’anno: si otterrà più luce a costo zero;

-    impieghiamo una luce adeguata all’uso che ne facciamo: se la luce deve illuminare una stanza di passaggio non usiamo la stessa lampadina che impiegheremmo per leggere; in cucina mettiamo dei punti luce sui piani di lavoro; in salotto adoperiamo una lampada di cui si possa regolare l’intensità luminosa nelle varie ore della giornata;

-    se dobbiamo studiare, usare il computer o leggere usiamo una luce diretta e non una luce diffusa che illumina tutto l’ambiente (per esempio, una lampada da tavolo);

-    disponiamo l’arredamento in modo da poter sfruttare al meglio la luce naturale: non mettiamo, per esempio, la scrivania lontano dalla finestra.

7. 5 RISPARMIARE ENERGIA CON GLI ELETTRODOMESTICI

Si può risparmiare energia anche usando gli elettrodomestici: acquistando modelli a più alta efficienza energetica e mettendo in atto piccoli accorgimenti, è possibile risparmiare dal 30 al 50%. Un cartellino che segnala la classe energetica deve essere applicato a tutti gli elettrodomestici in vendita FIG. 31.
Frigorifero
Il frigorifero va tenuto sempre abbastanza pieno perché consuma di più se c’è più aria da raffreddare di quando lo spazio è occupato dagli alimenti. Se ci accorgiamo che si sta vuotando, vi possiamo mettere delle bottiglie di acqua che manterranno più a lungo le basse temperature. Controlliamo ogni tanto che le porte siano ben chiuse e sigillate e, quando le apriamo, non teniamole a lungo aperte perché al frigorifero occorre molto tempo per raffreddare l’aria calda che entra (nei supermercati i frigoriferi hanno la porta trasparente per evitare che i clienti stiano a lungo a scegliere i cibi con le porte aperte). Copriamo i liquidi e avvolgiamo i cibi nelle pellicole: l’interno sarà meno umido e il frigorifero lavorerà di meno. Il frigorifero va collocato contro il muro più freddo della cucina e bisogna assicurarsi che l’aria circoli sia dietro (circa 10 cm) che intorno all’elettrodomestico. Non mettiamo mai cibi caldi in frigorifero. Regoliamo il termostato su una temperatura media.

Lavatrice
A causa del riscaldamento dell’acqua per il lavaggio, la lavatrice è una delle maggiori responsabili del fabbisogno energetico nelle nostre case. Il riscaldamento dell’acqua e il motore che aziona il cestello sono le due cause di consumo di energia e non sono evitabili: quindi possiamo solo usare la lavatrice quando è ben carica e sfruttare i programmi di lavaggio che non prevedano temperature troppo alte. Se la macchina lo consente, occorrerebbe usare l’acqua fredda per il risciacquo al posto di quella calda. Altri semplici accorgimenti consistono nell’azionare la lavatrice nei momenti in cui l’energia costa meno (le ore serali e i giorni festivi), nell’eliminare, quando possibile, il prelavaggio, nel non utilizzare l’asciugatura automatica, stendendo invece i panni al sole. Infine, nel caso di zone in cui l’acqua è molto ricca di calcare, conviene usare un decalcificante senza dimenticarsi di pulire bene il filtro e il cassetto del detersivo.

Condizionatore

Prima di acquistare un condizionatore, conviene sempre informarsi sulle caratteristiche tecniche dell’apparecchio per scegliere quello che si adatta meglio all’ambiente da rinfrescare.

È molto importante posizionare bene l’unità esterna. Il climatizzatore porta il calore da un ambiente più fresco a uno più caldo, per cui l’unità esterna va messa all’ombra.

► La temperatura degli ambienti va impostata tra i 25 e i 27 oC: sul fresco e non sul freddo. Gli sbalzi termici non fanno bene alla salute. Se è possibile, occorre deumidificare: è un’azione che risparmia energia e fa percepire meno il caldo.

► Alcuni apparecchi sono dotati di sensori di movimento, che rilevano la presenza delle persone nell’ambiente: se dopo un certo periodo (20 minuti) l’ambiente è vuoto, l’apparecchio si mette in stand-by.

► Di fronte all’unità interna non devono esserci oggetti che possono ostacolare il flusso d’aria.

► Le porte e le finestre devono essere sempre chiuse.

► Vicino ai sensori della temperatura non vanno messi altri elettrodomestici che possono ingannare il termostato del climatizzatore.

► La manutenzione dei filtri dell’aria è importante: se sono puliti l’efficienza è massima. Ogni paio d’anni è utile far controllare il condizionatore.

Scaldabagno

Lo scaldabagno elettrico è pratico perché necessita solo di una presa di

corrente e richiede poca manutenzione. Ha però bisogno di una grande

quantità di energia per scaldare l’acqua, quindi è sconsigliato, se si può, ricorrere a sistemi alternativi come le caldaie a gas o i pannelli solari termici.

È possibile comunque cercare di risparmiare, ottimizzando l’utilizzo:

-    bisogna valutare, all’atto dell’acquisto, il reale fabbisogno di acqua calda, per comprare un modello che sia proporzionato al consumo;

-    lo scaldabagno va posizionato sulle pareti meno fredde, lontano dalle finestre e preferibilmente in vicinanza della vasca e dei lavabi, per evitare dispersioni di calore nel passaggio nei tubi;

-    la temperatura ottimale da regolare sul termostato è di 40 oC d’estate e di 60 oC d’inverno: temperature più alte sono inutili;

-    se si trascorre la maggior parte della giornata fuori casa, è molto conveniente installare un timer che preveda l’accensione tre o quattro ore prima del rientro;

-    meglio preferire la doccia al bagno (nella vasca occorrono almeno 80 litri d’acqua, mentre nella doccia ne bastano 25) e installare i riduttori di flusso su tutti i rubinetti. Il riduttore è un piccolo meccanismo che frammenta l’acqua in minuscole particelle e la mescola con l’aria: la pressione del getto rimane forte, pur consumando la metà dell’acqua;

-    è fondamentale far visionare a un tecnico l’apparecchio almeno ogni due anni.

IL MISURATORE DEI CONSUMI - per saperne di PIÙ!

Il dispositivo in figura, comunemente chiamato consumòmetro, aiuta a gestire in modo intelligente la potenza dell’impianto domestico. Innanzitutto, sul display rende visibile il consumo di energia elettrica: da una ricerca della maggiore azienda elettrica inglese, sembra che rendere visibili i consumi stimoli gli utenti al risparmio. Inoltre questo dispositivo avvisa, con un segnale acustico e con il lampeggiare di una spia, quando il consumo sta raggiungendo il limite, superato il quale, l’erogazione di energia viene interrotta. Ma la vera novità proposta dall’apparecchio riguarda l’accensione contemporanea di più elettrodomestici e di più luci. A tutti noi è successo di dover andare a riattivare l’interruttore generale (spesso posto in luoghi disagevoli) per aver esagerato nell’uso dell’impianto. Con il consumometro, anche se per qualche motivo non riceviamo il messaggio acustico e ottico, e quindi il sovraccarico di energia persiste, la corrente non viene tolta a tutta la casa, ma solo ad alcuni elettrodomestici o ad alcuni punti luce scelti personalmente dall’utente, che vengono poi riattivati dopo un tempo prestabilito. Ciò eviterà di far rimanere al buio tutta la casa o di distaccare apparecchi che ci servono in modo particolare in quel momento.

8 COME SONO FATTI E COME FUNZIONANO GLI ELETTRODOMESTICI

Negli Stati Uniti gli elettrodomestici sono presenti fin dal 1920; in Italia cominciarono a diffondersi nel secondo dopoguerra e si dovettero attendere gli anni Settanta del secolo scorso per assistere a una diffusione di massa. Il primo elettrodomestico a entrare nelle nostre case è stato il frigorifero, seguito dal forno a gas, dallo scaldabagno (il boiler), dalla lavatrice, dal televisore, da altri piccoli utensili (asciugacapelli, frullatore, macinacaffè), dalla lavastoviglie e dal condizionatore.

8. 1 IL FRIGORIFERO

I componenti principali dei frigoriferi di casa sono:
- un rivestimento esterno di lamiera;
- un rivestimento interno isolante;
- l’impianto refrigerante;
- l’impianto elettrico.
La produzione del freddo è compito dell’impianto refrigerante, collocato in parte nell’intercapedine tra il vano interno e il rivestimento esterno e in parte sul retro del frigorifero.
Il funzionamento di questo impianto è basato sul fatto che alcuni liquidi evaporano (passano dallo stato liquido allo stato gassoso) a temperature molto basse. Il circuito del frigorifero è costituito da un evaporatore nel quale circola il liquido refrigerante che evapora tra i 30 e i 40 oC sotto lo zero. Per evaporare, però, il liquido ha bisogno del calore che assorbe dall’aria contenuta all’interno del frigo. Avendo ceduto calore, l’aria interna si raffredda. Nel condensatore il refrigerante cede il suo calore: perciò il condensatore è sempre caldo. Perdendo calore, il gas ritorna allo stato liquido, cioè si condensa e viene rindirizzato, attraverso un tubo sottile, all’evaporatore, per ricominciare così il ciclo di produzione del freddo. Il frigorifero prevede in quasi tutti i modelli uno scomparto freezer, ossia il congelatore, dove è possibile conservare a lungo gli alimenti a una temperatura di circa - 18 oC. I congelatori si differenziano in classi, identificate da un numero variabile di “stelle” che vengono loro attribuite: più ne hanno, più a lungo vi si possono conservare i cibi. Spesso sulle confezioni dei surgelati sono utilizzate le stelle per indicare per quanto tempo un prodotto può essere conservato nel freezer.

IL FRIGORIFERO

L’evaporatore contiene il liquido refrigerante.

La serpentina del condensatore ha una forma che facilita il raffreddamento da parte dell’aria.

Il liquido refrigerante, diventato gas grazie all’evaporatore, viene aspirato dal compressore che, lo comprime, aumentandone la pressione, e lo spinge attraverso la serpentina del condensatore.

Tra la porta e il vano del frigorifero deve esserci un’ottima tenuta ermetica, per evitare che esca l’aria fredda: la tenuta viene assicurata da una guarnizione.

La temperatura può essere regolata con la manopola del termostato che, grazie a un sensore a contatto con l’evaporatore, ne rileva la temperatura.

Nella parte più bassa sono previsti uno o più cassetti dove conservare frutta e verdura.

L’interno è diviso in ripiani, grigliati o in vetro, che si possono collocare a diverse altezze.

8. 2 LA LAVATRICE

Tra tutti gli elettrodomestici, la lavatrice è senz’altro quello che ha cambiato in modo più significativo la vita quotidiana poiché, prima della sua diffusione, gli indumenti venivano lavati a mano con un grande dispendio di tempo e fatica. Poiché si trattava di un’occupazione soprattutto femminile, la lavatrice è stata considerata un elemento importante nel miglioramento della condizione della donna.
La prima lavatrice elettrica è stata costruita nel 1907 negli Stati Uniti, mentre in Europa si è iniziato a produrla nel secondo dopoguerra.
Il funzionamento della lavatrice è basato su:
- un sistema di presa, riscaldamento e scarico dell’acqua;
- un motore che fa girare il cestello.

LA LAVATRICE

Il selettore dei programmi di lavaggio è il cervello del sistema che mette in funzione i vari componenti.

Il cassetto del detersivo e dell’ammorbidente viene raggiunto dall’acqua che raccoglie i due detergenti.
Poi l’acqua va verso il cestello dove si trovano i panni sporchi.

La chiusura dell’oblò è controllata da un sensore. In caso contrario il lavaggio non parte. Viceversa, l’oblò si apre solo a lavaggio concluso.

L’elettrovalvola si attiva a oblò bloccato. È una specie di rubinetto elettrico che carica l’acqua occorrente per il lavaggio; il dispositivo si blocca quando l’acqua arriva al livello giusto.

La scelta del programma determina la temperatura dell’acqua (per esempio 30 °C, 60 °C o a freddo). Una resistenza elettrica scalda l’acqua fino alla temperatura desiderata. Una sonda rileva la temperatura esatta.

Quando il lavaggio sta terminando viene attivata la pompa di scarico che avvia l’acqua verso il tubo di scarico.

Il motore è l’organo che fa girare il cestello. Il movimento rotatorio combina l’azione meccanica del movimento dei panni a quella chimica dei detersivi sciolti in acqua. Il motore aumenta la velocità per avere l’effetto centrifuga che elimina una gran quantità d’acqua dai panni.

8. 3 LA LAVASTOVIGLIE

La lavastoviglie è uno degli ultimi elettrodomestici entrato nelle nostre case, tanto che a lungo è stato considerato un lusso. Nonostante i primi modelli di lavastoviglie furono costruiti intorno al 1920, per una sua diffusione (dapprima negli Stati Uniti) bisognò attendere il momento in cui l’acqua corrente raggiunse tutte le case. Fu solo a partire dal 1970 che l’uso della lavastoviglie cominciò a diventare comune nelle case nordamericane e dell’Europa occidentale. È un “armadio” con una porta incernierata sul lato inferiore, che nasconde due ripiani di griglia plastificata: su di essi si poggiano alla rovescia tazze, bicchieri, pentole (in modo che non si riempiano d’acqua) e si inseriscono i piatti in senso verticale.

LA LAVASTOVIGLIE

I due tubi sul retro della lavastoviglie sono uno per la presa d’acqua dalla rete e l’altro per lo scarico dell’acqua sporca.

La pulsantiera e le manopole servono per la scelta dei programmi e delle temperature di lavaggio.

Quando arriva l’acqua spinta dal motore, le pale giranti si mettono in rotazione grazie alla pressione e spruzzano acqua sulle stoviglie da appositi forellini.

Prima di essere scaricata, l’acqua passa attraverso un filtro che trattiene le impurità.

Il motore elettrico pompa l’acqua e la spinge attraverso una rete di tubicini verso le pale giranti.

Una resistenza elettrica scalda l’acqua che viene pompata sulle stoviglie.

Durante il lavaggio, un sensore elettronico fa aprire la vaschetta in cui è stato messo il detersivo. Dopo la prima fase di lavaggio le stoviglie vengono risciacquate e un timer comanda l’apertura della vaschetta del brillantante, che facilita l’asciugatura e rimuove gli ultimi residui di detersivo.

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