Motori eolici

4. 2 MOTORI EOLICI

Anche il mulino a vento è un’antica macchina che trasforma l’energia presente in natura per muovere degli ingranaggi.

Le pale del mulino a vento forniscono il moto rotatorio che viene trasmesso a un albero meccanico collegato alla macina.

In Olanda, molti mulini a vento, che nel tempo hanno caratterizzato il paesaggio, sono ancora in funzione.

La versione più evoluta tecnologicamente dei mulini a vento sono i generatori eolici, trattati nel Capitolo 6.

4. 3 MOTORI TERMICI

Il motore termico è una macchina che usa il calore per produrre lavoro meccanico. Possono essere di due tipi:

1.    a combustione esterna al motore, come le macchine e le turbine a vapore;

2.    a combustione interna al motore, come i motori a scoppio e i motori a reazione.

4. 3.1 LE MACCHINE A VAPORE

La macchina a vapore è un motore a combustione esterna poiché il combustibile viene bruciato fuori dai cilindri motori; ne consegue che l’inquinamento atmosferico prodotto può essere controllato più facilmente.

Le macchine a vapore sono costituite da una caldaia alimentata a legna, carbone o gasolio, nella quale l’acqua viene trasformata in vapore surriscaldato. Con un meccanismo di distribuzione, il vapore agisce alternativamente sulle due facce di un pistone, facendolo scorrere avanti e indietro in un cilindro chiuso alle due estremità dove il vapore acqueo surriscaldato si espande.

La macchina a vapore è di grande importanza storica, perché grazie a essa fu possibile produrre energia meccanica in modo indipendente dalla presenza di corsi d’acqua o di venti potenti utili per far girare i mulini. Ciò determinò il primo grande sviluppo industriale.

La macchina a vapore, dopo i primi tentativi dell’inglese Thomas Newcomen (1663-1729), fu perfezionata dallo scozzese James Watt (1736-1819). Watt fece in modo di far agire il vapore sulle due facce del pistone e dotò la macchina di un condensatore, cioè di un organo in grado di ricondensare in acqua il vapore che usciva dal cilindro: l’acqua veniva reintrodotta nella caldaia ridiventando vapore, chiudendo così il ciclo e risparmiando combustibile.

Nelle macchine a vapore il cilindro mette in funzione un albero che è collegato a un grosso volano che regolarizza il moto rotatorio ►FIG. 20 .

4. 3.2 IL MOTORE A SCOPPIO

Il motore a scoppio è a combustione interna perché trasforma l’energia chimica, contenuta in una miscela di aria e di combustibile, in energia meccanica e termica all’interno dello stesso motore.

La trasformazione si verifica nella camera di scoppio, dove i gas bruciati generano un’esplosione che spinge il pistone verso il basso; il pistone, a sua volta, fa ruotare l’albero motore.

La miscela consiste in un combustibile (benzina, gasolio, GPL o altri derivati del petrolio) che brucia grazie all’ossigeno contenuto nell’aria. Il tipo di combustibile determina le caratteristiche del motore (a benzina, diesel, ecc.) e quindi la sua applicazione nei vari ambiti.

Sfruttata l’energia, i gas bruciati vengono eliminati attraverso una valvola di scarico. Per evitare un eccessivo riscaldamento, il calore non trasformato in energia meccanica deve essere eliminato dal motore per mezzo di un sistema di raffreddamento liquido o ad aria.



Motore a scoppio.

IL FUNZIONAMENTO DI UN MOTORE A BENZINA - per saperne di PIÙ!

Questo tipo di motore utilizza combustibili leggeri, come la benzina, miscelati con l'aria all'intemo del carburatore e quindi aspirati nei cilindri.

Il suo funzionamento si articola in quattro fasi.

1.    Aspirazione. Il pistone scende e la miscela aria-combustibile proveniente dal carburatore viene introdotta nel cilindro attraverso la valvola di aspirazione ► A.

2.    Compressione. Il pistone sale e comprime la miscela nella camera di combustione ► B.

3.    Scoppio-espansione. La scintilla prodotta dalla candela accende la miscela che scoppia. Il pistone è spinto violentemente verso il basso ► C.

4.    Scarico. Durante la corsa di ritorno il pistone espelle i gas bruciati attraverso una valvola di scarico ► D.

IL FUNZIONAMENTO DI UN MOTORE DIESEL - per saperne di PIÙ!

Il combustibile usato per i motori diesel è il gasolio. Questo, immesso nei cilindri mediante appositi iniettori sotto forma di goccioline minutissime, si accende spontaneamente, entrando in contatto con l'aria molto riscaldata dalla compressione, senza bisogno di scintille.

Il suo funzionamento si articola in quattro fasi.

1. Aspirazione. Il pistone scende e, attraverso la valvola di aspirazione, l'aria viene aspirata nel cilindro ► A.

2. Compressione. Il pistone sale, comprimendo l'aria nella camera di combustione e surriscaldandola ► B.

3. Combustione-espansione. Attraverso un iniettore, il gasolio polverizzato penetra nella camera di combustione e s'incendia spontaneamente; il pistone viene spinto verso il basso ► C.

4. Scarico. Durante la successiva corsa di ritorno il pistone espelle i gas bruciati attraverso una valvola di scarico ► D.

4. 3.3 IL MOTORE A REAZIONE
Il motore a reazione FIG. 21 si basa sul principio dello sfruttamento di una corrente di gas che esce a una velocità molto alta dal propulsore, provocando, per reazione, la spinta in avanti. È il motore degli aerei, che hanno bisogno di una spinta notevole per decollare.


FIGURA 21 Funzionamento del motore a reazione.

Le fasi del funzionamento di un motore a reazione sono quattro:
1. un compressore, avviato da un motorino elettrico, aspira aria dall’esterno;
2. l’aria viene compressa nella camera di combustione;
3. il combustibile, una miscela a base di cherosene, entra nella camera di combustione, si miscela con l’aria e, bruciando, produce gas ad alta pressione e temperatura;
4. il gas provoca il movimento dell’albero collegato alla turbina che, durante il volo, continua a far funzionare il compressore, ed esce dai fori di scarico, chiamati ugelli, a una velocità molto alta (circa 500-600 metri al secondo).
In questo modo l’energia chimica del cherosene si trasforma in energia termica, e il propulsore fornisce l’energia meccanica necessaria all’accelerazione e al decollo degli aerei.

5 LE MACCHINE OPERATRICI

Le macchine operatrici sono congegni che svolgono in modo automatico, o grazie alla guida di un manovratore, determinate operazioni per le quali sono state progettate e costruite.
Come abbiamo già detto si possono distinguere:
- le macchine utensili, che si usano in agricoltura (trattori, mietitrici, ecc. trattate nel Capitolo 1) o nell’industria (macchine per la lavorazione dei metalli, del legno, ecc.);
- le macchine per l’edilizia, che includono, per esempio, le betoniere, le escavatrici, le gru, ecc.

5. 1 LE MACCHINE UTENSILI

Una macchina utensile trasforma oggetti di ogni materiale (metallo, legno, ecc.), deformandoli o asportandone alcune parti per mezzo di utensili appropriati.
Le macchine utensili nacquero quando la macchina cominciò a sostituire l’uomo per svolgere determinate operazioni.
Il francese Jacques de Vaucanson, inventore del tornio (1751), fu il primo a montare un utensile da taglio su un supporto che si poteva regolare in modo meccanico.
Le macchine utensili sono impiegate soprattutto nell’industria manifatturiera, in particolare in falegnameria e nella lavorazione dei metalli.
È possibile classificare le macchine utensili in vari modi, per esempio distinguendo:
- le macchine a pezzo mobile, dove l’oggetto da lavorare è in movimento e l’utensile si muove solo in modo orizzontale o verticale, come nel tornio e nella piallatrice;
- le macchine a utensile mobile in cui l’oggetto da lavorare è fermo, mentre è l’utensile che si sposta con movimento rotatorio o traslando in più direzioni, come nella fresatrice o nel trapano.
La macchina utensile è costituita dal bancale che è la struttura portante della macchina; la macchina è attivata da uno o più motori e dagli alberi attraverso i quali il moto viene trasmesso.
Il bancale è di solito molto pesante, perché deve assorbire le vibrazioni e dare stabilità alla macchina: spesso è costruito in ghisa o in acciaio.

5. 2 LE MACCHINE PER L’EDILIZIA

Le macchine per l’edilizia o edili sono quelle che vengono usate nei cantieri per le attività di costruzione degli edifici.

Possono essere macchine statiche o mobili, hanno combustione o motori elettrici e svolgono diversi compiti.

Tra le macchine statiche ricordiamo quelle da carpenteria per tagliare e sagomare ferro e legno (seghe circolari, piegatrici, ecc).

Tra le macchine mobili ci sono: le pale meccaniche, gli escavatori, le ruspe per asportare e caricare sui camion la terra.

LA GRU - per saperne di PIÙ!

La gru è la macchina che maggiormente caratterizza i cantieri edili: ha la funzione di spostare e, soprattutto, sollevare i materiali.
Generalmente, le gru sono costruzioni costituite da un traliccio metallico, a forma di torre: la costruzione a traliccio ha lo scopo di opporre la minore resistenza possibile al vento.
Si possono distinguere due tipi di gru a torre:
1. ad alta rotazione, dove ruota solo la parte superiore; in questo caso la lunghezza media del braccio della gru varia da 35 fino a 60 metri FIG. 22 ;
2. a bassa rotazione, dove ruota solo la parte inferiore; in questo caso la lunghezza del braccio varia da 16 fino a 30 metri FIG. 23 .
Le gru a torre sono mosse dalla corrente elettrica e spostano i carichi in tre modi diversi:
- vicino/lontano, quando il carrello si muove sul braccio;
- salita/discesa;
- destra/sinistra.
Il gruista può comandare la macchina da terra, usando una pulsantiera FIG. 24 ; la gru di grandi dimensioni può prevedere una cabina di guida collocata all’incrocio tra la torre e il braccio.

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