4 Le macchine per l’agricoltura

3. 9 I FITOFARMACI: ANTIPARASSITARI E DISERBANTI

In quei Paesi dove l’agricoltura è molto progredita, si ricorre spesso ai fitofarmaci (dal greco phytón, “pianta” e phàrmakon, che vuol dire sia “medicamento” sia “veleno”).

Sono fitofarmaci i prodotti che combattono le piante infestanti e gli animali parassiti.

Tra i fitofarmaci si possono ricordare gli antiparassitari e i diserbanti. Gli antiparassitari comprendono i fungicidi (che combattono piccoli funghi parassiti della pianta che li ospita e che, assorbendo il nutrimento, ne causano spesso la morte), i battericidi, gli insetticidi, gli acaricidi (che colpiscono il ragnetto rosso, un acaro parassita con una bocca molto adatta per pungere e succhiare), i molluschicidi (contro le lumache), i nematocidi (contro i vermi del terreno), i rodenticidi (contro i topi).

I diserbanti si spargono sui tappeti erbosi per liberarli dalle erbe estranee (diserbo selettivo), mentre gli erbicidi servono per rimuovere ogni tipo di vegetale (diserbo totale).

MAPPA CONCETTUALE


4 LE MACCHINE PER L’AGRICOLTURA

Negli ultimi decenni, l’incremento dell’impiego dei macchinari agricoli ha consentito una grande riduzione della fatica fisica dell’agricoltore e un aumento della resa produttiva delle coltivazioni.

4. 1 MACCHINE OPERATRICI E MACCHINE MOTRICI

Le macchine che aiutano l’agricoltore nel suo lavoro si dividono in due categorie:

1.    macchine operatrici, costruite per svolgere un determinato lavoro;

2.    macchine motrici, che generano l’energia necessaria al funzionamento delle macchine operatrici; la macchina motrice più importante è il trattore.

La tabella mette in relazione i vari tipi di macchine con i principali lavori agricoli.


TIPO DI MACCHINA

COMPITO DELLA MACCHINA

Aratro, fresatrice, ruspa, motocoltivatore, motozappa, erpice, rulli, sarchiatrice

Lavorare il terreno

Seminatrice, trapiantatrice

Impiantare le colture

Irroratrice, spandiconcime, spandiletame, spandiliquame

Concimare il terreno

Irrigatore mobile, pompa idraulica

Irrigare il terreno

Motosega, potatrice, piantapali

Lavorazioni boschive e agricole in genere

Falciatrice, mietitrebbiatrice, imballatrice

Effettuare il raccolto

Muletto, carri e rimorchi agricoli

Trasportare e spostare

5 LE COLTIVAZIONI PRINCIPALI

Si considerano principali le coltivazioni più importanti per la nutrizione umana, ovvero i cereali, gli ortaggi e gli alberi da frutto.

5. 1 I CEREALI

I cereali sono piante erbacee che appartengono alla famiglia delle graminacee. Si coltivano sia per l’alimentazione sia umana sia animale. Da soli ricoprono i due terzi delle terre coltivate in tutto il mondo. I più comuni cereali sono: il grano (o frumento), il riso, il mais. Danno come frutto un insieme di chicchi, la spiga, da cui si ottengono farine per mezzo della macinazione. Altri importanti cereali sono l’orzo, la segale, l’avena, il miglio. Il grano è una pianta a fusto diritto, alta circa un metro, che si adatta bene a climi e terreni diversi. Sulla punta si trova la spiga che contiene i chicchi.

Spighe di grano, riso e mais a confronto.


Si distinguono due tipi di grano:

1.    tenero, con i chicchi opachi e ricchi di amido, che macinati forniscono la farina per il pane e gli altri prodotti da forno;

2.    duro, che ha i chicchi lucidi e ricchi di glutine, una sostanza con molte proteine da cui si ricava una farina chiamata semola, che viene impiegata per fare la pasta alimentare.

Il riso, l’alimento base più coltivato e consumato nel mondo, è una pianta a fusto sottile in cima alla quale si forma una spiga a grappolo con rametti laterali che portano semi. Tipica del sud-est dell’Asia, ne esistono diverse varietà, alcune di notevole qualità anche in Italia, e quasi tutte crescono in acqua. Il riso si semina in vivaio e le piantine vengono in seguito trapiantate nelle risaie.

Il mais è una delle piante, insieme alla patata e al pomodoro, che è stata portata in Europa dall’America dopo i viaggi di Cristoforo Colombo. Ha un fusto diritto e robusto che può crescere oltre i 2 m in altezza, alla cui sommità si forma una grossa spiga chiamata pannocchia con un corpo cilindrico rivestito dai chicchi.

Dal mais si ottiene la farina per la polenta e dai suoi germogli si ricava un olio alimentare.


5. 2 GLI ORTAGGI

Gli orti sono appezzamenti di terreno nei quali si coltivano vegetali a

scopo alimentare: da qui la definizione di ortaggi.

Di ogni ortaggio noi mangiamo solo la parte più commestibile, e cioè:

-    i semi nel caso dei legumi, (o, come anche si dice, delle piante leguminose da granella) per esempio piselli, fagioli, ceci, fave, soia, lenticchie, arachidi. I semi sono racchiusi in un “astuccio” vegetale chiamato baccello; hanno un buon contenuto in proteine e completano un’alimentazione a base di cereali;

-    i tuberi, i bulbi e le radici, che costituiscono la parte sotterranea di patate, cipolle, aglio, rape, carote e manioca (un alimento base in Africa). I tuberi sono ricchi di amidi e carboidrati, ma poveri di proteine;

-    i fiori, come nel caso dei carciofi e dei cavolfiori;

-    le foglie, per gli spinaci, la lattuga, la rucola, le bietole, il radicchio;

-    i frutti nel caso di pomodori, di melanzane, di peperoni, di zucchine.

Il terreno dell’orto richiede una buona concimazione, una buona umidità e sofficità. Spesso, per ottenere una produzione fuori stagione, gli ortaggi sono coltivati nelle serre.

FRUTTA E VERDURA A “CHILOMETRO ZERO” - per saperne di PIÙ!

Secondo una recente indagine di Eurobarometro (un organismo del Parlamento europeo che studia le opinioni dei cittadini europei), la maggioranza dei cittadini del nostro continente pensa che l'inquinamento sia un problema estremamente serio.

La preoccupazione sul destino del pianeta si riflette anche nelle scelte alimentari: da qui, per esempio, nasce la moda degli acquisti di verdura e frutta del territorio, chiamati "a chilometro zero". Infatti, meno chilometri vengono percorsi, con aerei e camion, per portare i frutti della terra sulle nostre tavole, meno si inquina.

La Coldiretti (la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza degli agricoltori italiani) stima che, acquistando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, ciascuna famiglia può contribuire a evitare l'emissione in atmosfera di 1000 kg di anidride carbonica (CO2) all'anno. Infatti, per trasportare, per esempio, in aereo un chilo di mele dal Cile a Roma (13 000 km) si liberano 18,3 kg di CO2 e si consumano 5,8 kg di petrolio, mentre per 1 kg di kiwi dalla Nuova Zelanda (18 000 km) si emettono 24,7 kg di CO2 e si utilizzano 7,9 chili di petrolio.

Favorire nelle città italiane l'apertura di punti di vendita gestiti direttamente dagli agricoltori consente ai consumatori di assicurarsi prodotti di qualità, limitando l'inquinamento ambientale.

5. 3 GLI ALBERI DA FRUTTO

Gli alberi da frutto sono quegli alberi che danno frutti utili alla nostra alimentazione. Si coltivano nei frutteti, ma possono essere piantati anche all’interno di altre coltivazioni.

Le piante da frutto richiedono un’attenzione particolare e costante, fin dal primo impianto e per tutta la loro vita, che si aggira sulla trentina d’anni.

Il frutteto comincia la sua vita con piantine giovani, spesso innestate, fatte crescere nel vivaio, un terreno dove si allevano le piantine fino al momento del loro trapianto. Le piantine trapiantate vanno sorrette con dei paletti chiamati tutori, almeno fino a quando non sono in grado di sostenersi da sole saldamente ► FIG. 15.

Molto importanti sono le operazioni di potatura, cioè di taglio dei rami degli alberi da frutto, che si compiono in inverno.

La potatura serve per:

-    dare la forma migliore all’albero, in modo tale che troppi rami non impediscano una buona produzione di frutti;

-    eliminare le parti invecchiate o malate;

-    facilitare le operazioni di raccolta.

In Italia, le specie di alberi da frutto più coltivate sono:

-    gli agrumi, il cui frutto è diviso in spicchi (arancio, limone, mandarino, ecc.);

-    le pomacee, con piccoli semi all’interno del frutto (melo, pero, nespolo, ecc.);

-    le drupacee, il cui frutto ha un solo seme, il nòcciolo (pesco, pruno, ciliegio, albicocco, ecc.).

Un discorso a parte meritano l’olivo e la vite, che sono le più importanti

colture arboree italiane.

L'olivo

L’olivo (o l’ulivo) è un albero sempreverde, vigoroso e dalla vita molto lunga, tipico della fascia mediterranea, l’insieme delle regioni bagnate dal mar Mediterraneo, che hanno un clima simile: il centro-sud dell’Italia, la Spagna, il Sud della Francia, la Grecia, la Turchia, il Nordafrica.

Il frutto dell’olivo è una drupacea, con un solo seme, e si raccoglie tra ottobre e novembre.

Circa il 90% delle olive sono destinate alla produzione dell’olio, il resto è costituito da olive da tavola, conservate in acqua salata.

La vite

La vite è una pianta rampicante che si adatta a climi e terreni diversi e si diffonde per talea e per innesto. L’arbusto si arrampica su spalliere e pergolati per mezzo di viticci; i rami più grandi portano i frutti, gli acini, che sono raccolti in grappoli e che contengono i semi chiamati vinaccioli.

La vite italiana si coltiva per ottenere sia uva da vino sia uva da tavola (quest’ultima prodotta soprattutto nel Sud del Paese).

La raccolta dell’uva viene chiamata vendemmia e si svolge, a seconda delle qualità delle uve, tra settembre e ottobre.


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