3 Il trasporto di persone privato

3 IL TRASPORTO DI PERSONE PRIVATO

3. 1 LA BICICLETTA

La bicicletta è il più economico dei veicoli e può essere un pratico strumento di trasporto, di attività sportiva o di semplice svago. Non inquina e aiuta a rimanere in buona salute. È facile da guidare, da parcheggiare, da mantenere e da riparare. In commercio vi sono modelli anche di prezzo non elevato, alla portata di tutti.

COM’È FATTA E COME FUNZIONA UNA BICICLETTA - per saperne di PIÙ!

L'elemento su cui è basata la costruzione della bicicletta è il telaio. Il telaio è costituito da tubi, sottili ma molto resistenti, che intersecandosi formano due triangoli con un lato in comune. Questa struttura viene detta forma "a diamante". I tubi possono essere di acciaio o di alluminio, ma nelle biciclette da corsa sono in genere di leghe di alluminio, fibra di carbonio o titanio, un materiale leggero ma molto resistente.

Sulla parte anteriore del telaio c'è il tubo dello sterzo su cui è montato il manubrio, collegato alla forcella che regge la ruota anteriore. Il manubrio consente di cambiare direzione al mezzo.

La parte posteriore del telaio regge la ruota posteriore, collegata alla ruota dentata a cui sono fissati i pedali grazie a una catena snodata. Gli ingranaggi della ruota posteriore sono spesso collegati a un cambio di velocità, comandato dal manubrio, vicino ai freni, che può essere comandato sul telaio o sul manubrio.

Non vanno dimenticati infine i raggi, elementi indispensabili a far girare la ruota in modo uniforme senza che si deformi a causa del peso del ciclista o degli urti dovuti alle irregolarità della strada.


Piccola storia della bicicletta

Il primo vero antenato della bicicletta è il velocifero progettato nel 1791 dal conte francese Mède de Sivrac, in Francia. Era una struttura rigida in legno, con ruote allineate fissate da due perni alla struttura. Montando a cavalcioni ci si dava la spinta coi piedi, ma si poteva solo andare dritti. Nel 1816 il barone prussiano Karl Drais costruì un velocifero chiamato draisina con la ruota anteriore sterzante, capace quindi di cambiare direzione. Nel 1861 il meccanico francese Ernest Michaux montò su una draisina i primi pedali, fissandoli sulla ruota anteriore.

Il veicolo si perfezionò molto alla fine dell’Ottocento, montando sul telaio i pedali collegati a una ruota dentata che, grazie a una catena, trasmetteva il movimento alla ruota posteriore.

Le ruote, prima in legno e poi di gomma piena, verso il 1889 furono sostituite da pneumatici a camera d’aria, formati da un copertone di plastica con all’interno un tubo in cui viene immesso del gas. All’inizio del Novecento nacquero le prime gare ciclistiche che diedero un grande impulso all’uso della bicicletta.


PRATICAMENTE

LA MANUTENZIONE DELLA BICICLETTA

• Se non usi la bicicletta, coprila e tienila all’asciutto. L’umidità può danneggiarla.
• Tieni la bicicletta pulita: i freni e il cambio patiscono la sporcizia.
• Tieni pulita e oliata la catena. Se è molto sporca, sgrassala con petrolio bianco o gasolio.
• Ogni tanto verifica che i bulloni non siano allentati.
• Accerta che i raggi siano tesi e che le gomme non siano sgonfie: le gomme sgonfie rendono più faticosa la pedalata e poi è più facile bucare.
• Controlla che i pattini dei freni, il filo dei freni e del cambio siano integri. Se hai dei dubbi falli controllare nell’officina di un riparatore di biciclette.

3. 2 IL CICLOMOTORE

Il ciclomotore è un veicolo a due ruote, provvisto di motore, che non può superare la velocità di 45 km/h e i 50 cm cubici di cilindrata. Se velocità e cilindrata sono maggiori si parla di motocicli.

Ci sono anche ciclomotori a tre ruote, usati per il trasporto delle merci.

Il ciclomotore deve avere la targa, il bollo, l’assicurazione e il libretto di circolazione. In Italia si può guidare con la patente di categoria AM che si può ottenere dopo aver compiuto 14 anni e aver superato una prova teorica e una prova pratica. Il conducente deve indossare un casco protettivo e rispettare la segnaletica e il codice della strada.

COM’È FATTO E COME FUNZIONA UN CICLOMOTORE - per saperne di PIÙ!

I ciclomotori, presenti sul mercato in una grande varietà di modelli, possono essere di due tipi:

1.    ciclomotori a ruote alte, che assomigliano molto a una bicicletta a cui è stato aggiunto un motore;

2.    scooter, costituiti da un telaio in lamiera stampata o tubi in acciaio sagomati su cui sono applicate parti di carrozzeria. Lo scooter è spesso dotato di avviamento elettrico, freni a disco, cambio automatico e vani porta casco e portaoggetti.

Il telaio sostiene un motore a scoppio a due tempi che funziona grazie alla potenza ottenuta dalla combustione di una miscela aria-benzina. Il motore è formato da un cilindro raffreddato dalla corrente d'aria, generata dal movimento del mezzo, che passa tra le alette di cui è dotato.

Il cilindro in alto contiene la camera di scoppio con un foro dove viene avvitata la candela. In basso, invece, è attaccato su una scatola di alluminio circolare chiamata carter.

Nel cilindro c'è il pistone, collegato, per mezzo di vari elementi all'albero motore.

Nel ciclo di un motore a due tempi il pistone, salendo, comprime nella camera di scoppio la miscela entrata in precedenza dal carburatore; nel carter si genera un risucchio dove entra la miscela preparata dal carburatore (fase di aspirazione). Appena prima che il pistone raggiunga la sommità del cilindro (fase di compressione), la candela fa scoccare una scintilla che fa esplodere la miscela (fase di scoppio).

I gas generati dall'esplosione spingono il pistone verso il basso e, grazie al collegamento realizzato dalla biella, mettono in rotazione l'albero motore.

II pistone, scendendo, apre il foro di scarico, facendo uscire dalla marmitta i gas bruciati (fase di scarico).

Poi il pistone riparte verso l'alto e ricomincia un nuovo ciclo.


DUE TEMPI I motori a scoppio si dividono in motori a due e quattro tempi. I tempi sono sempre quelli di aspirazione, compressione, scoppio e scarico. Nei motori a due tempi aspirazione e compressione avvengono insieme, così come scoppio e scarico; in quelli a quattro tempi, invece i momenti sono distinti e successivi.

Funzionamento di un motore a scoppio a due tempi.

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