3 Le risorse della Terra

3 LE RISORSE DELLA TERRA

3. 1 LE RISORSE NATURALI

Con risorse naturali si intendono tutti i prodotti presenti sulla Terra e utilizzabili dall’uomo per soddisfare i propri bisogni. Le risorse comprendono gli alberi, ciò che si può trovare nel sottosuolo come i minerali e il petrolio, il sole, il mare, i fiumi, ecc.

Alcune risorse si riproducono e non si esauriscono, altre invece non sono illimitate, e sono destinate a esaurirsi. Infatti, circa un quarto della popolazione della Terra consuma i tre quarti delle risorse naturali: nel momento in cui le regioni povere si svilupperanno, avranno bisogno di maggiori risorse e il problema si aggraverà.

È indispensabile, dunque, per l’esistenza futura del pianeta e delle generazioni che verranno, un uso misurato e razionale delle risorse.

3. 2 LE RISORSE RINNOVABILI E NON RINNOVABILI

Le risorse rinnovabili sono quelle che si possono riprodurre, e dunque non si esauriscono, come, per esempio, l’energia del sole e quella del vento FIG. 1. Alcune di esse però non diminuiscono con l’uso da parte dell’uomo, se l’uomo stesso si mantiene entro certi limiti di sfruttamento. Prendiamo, per esempio, la risorsa costituita da una foresta e lo sfruttamento del suo legname da parte dell’uomo. L’uomo taglia gli alberi e questi, dopo un certo periodo di tempo, ricrescono, quindi la foresta si rinnova. Ma se l’uomo taglia più alberi di quanti ne ricrescono, prima o poi la foresta scomparirà.

Esiste quindi una differenza tra una risorsa rinnovabile permanente, come l’energia del sole o del vento FIG. 1, e una risorsa rinnovabile non permanente, come la foresta sottoposta al taglio degli alberi FIG. 2. Un esempio altrettanto efficace è la caccia senza limiti di determinate specie animali (balene, foche, ecc.), che può provocarne l’estinzione.

Le risorse non rinnovabili, infine, sono quelle che, una volta consumate, esaurite, non si possono più riprodurre, come il petrolio o il carbone FIG. 3. In verità, anche il petrolio e il carbone si riformano, ma il loro periodo di rigenerazione è talmente lungo (si parla di milioni di anni) che l’uomo è costretto a considerarli esauribili.

Quindi una risorsa naturale, anche se rinnovabile, può esaurirsi se viene sfruttata in modo eccessivo e senza limiti.


3. 3 PRODUZIONE DEI BENI E DI ENERGIA

Le attività industriali, ma anche quelle agricole, necessitano di energia per produrre i materiali e i beni di consumo. La fonte principale di energia attualmente utilizzata dall’uomo è il petrolio: più petrolio si brucia, più energia si produce. Ma il petrolio è fortemente inquinante, quindi più energia si crea utilizzando il petrolio, e più aumenta l’inquinamento. La nostra società, che è quella dei Paesi ricchi, produce molti beni di consumo. La quantità di questi beni è esagerata rispetto a quella effettivamente necessaria, perché la pubblicità ci spinge a pensare che abbiamo bisogno di nuovi prodotti, buttando quelli vecchi, anche se funzionanti, per acquistare l’ultimo modello arrivato sul mercato. Tipico è il caso del telefono cellulare.

Viviamo in quella che viene definita la società dei consumi, che produce e consuma una quantità smisurata di beni, spesso superflui o inutili.

L’aspetto positivo della società dei consumi è che offre molti servizi e tende a soddisfare tutti i bisogni dei cittadini. Ma vi sono anche degli aspetti negativi:

-    lo spreco di risorse naturali e di energia: per costruire nuovi oggetti bisogna sfruttare nuove risorse e consumare molta energia;

-    il maggiore inquinamento del suolo: gli oggetti vecchi o non più utilizzati vanno a riempire le discariche di rifiuti altamente inquinanti; inoltre, durante la produzione vengono rilasciati rifiuti tossici che hanno effetti negativi sia sul suolo che sui fiumi;

-    il maggiore inquinamento dell’aria: per produrre più energia bisogna bruciare più petrolio, e i fumi della combustione inquinano l’aria ( Tecnologia, ambiente & società a pag. 9).


Inquinamento dell'aria.

3. 4 RICICLAGGIO = RISPARMIO

Riciclare gli oggetti vecchi, non gettandoli semplicemente in discarica ma attivando la raccolta differenziata, costituisce un notevole risparmio sotto diversi profili.

Dobbiamo essere consapevoli che il ciclo dei materiali può non terminare in discarica, ma può continuare attraverso il riciclaggio, cioè immettendo di nuovo (in tutto o in parte) nel ciclo dei materiali un prodotto che sembrava irrecuperabile.

Riciclando gli oggetti non più utilizzati, si possono dunque ricavare materiali, definiti materia prima seconda, senza dover utilizzare le risorse naturali che, in questo modo, vengono risparmiate.

Il riciclaggio consiste in un risparmio di energia e in un minore inquinamento dell’aria. Per quale motivo?

Per esempio, produrre una lattina di alluminio per bibite, riciclando le lattine usate, consuma meno energia (l’80% in meno!), brucia meno petrolio e inquinerà meno l’aria.

Lo stesso schema si può applicare al riciclo della carta, della plastica, del vetro, ecc.

Infine, il riciclaggio contribuisce a ridurre l’inquinamento del suolo, perché gli oggetti vecchi non finiscono nelle discariche.



TECNOLOGIA, AMBIENTE & SOCIETÀ

L’IMPRONTA ECOLOGICA

L’impronta ecologica è un indicatore introdotto nel 1990 da due scienziati, Mathis Wackernagel e William Rees.

È uno strumento di misurazione dell’impatto che l’attività di uomini, città, aziende, nazioni ha sull’ambiente, sulle risorse non rinnovabili, su quelle rinnovabili e sulla capacità di rigenerazione del pianeta.

In altre parole, l’impronta ecologica misura quanto territorio biologicamente produttivo (foreste, mari, terreno agricolo o edificabile, pascoli, fiumi, ecc.) è necessario a una popolazione o a un individuo per vivere e produrre ciò che consuma e quanto ne serve per assorbire i residui di queste attività (per esempio, emissioni gassose, inquinamento, ecc). Attualmente si calcola che il nostro pianeta impiega un anno e sei mesi per rigenerare naturalmente quello che l’intera popolazione umana consuma in un anno.

Mantenendo questo ritmo di crescita e consumo, si stima che entro il 2030 avremo bisogno di due pianeti Terra per soddisfare i nostri consumi, ma è ovvio che ne abbiamo solo uno.

Trasformare le risorse in rifiuti più velocemente di quanto i rifiuti non riescano a loro volta a trasformarsi in risorse condurrà alla riduzione e all’esaurimento di ciò da cui dipende la vita umana.

Conoscere la nostra impronta ecologica, cioè il nostro “peso” sul pianeta, può aiutarci a valutare qual è il grado di pressione che esercitiamo ogni giorno e a gestire in maniera più saggia ed equilibrata le risorse disponibili, attraverso azioni individuali e collettive mirate a raggiungere il benessere comune.

3. 5 LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Per soddisfare i suoi bisogni, l’uomo finora ha sfruttato le risorse in modo intensivo, ossia si è comportato come se le risorse fossero illimitate.

Vi è stato un grande progresso economico e tecnico per una minoranza della popolazione del pianeta, mentre la maggioranza vive ancora in condizioni di sottosviluppo.

Negli ultimi tempi si è verificata (e ancora si sta verificando) una distruzione sistematica di alcuni ambienti naturali, lo spreco di risorse e l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria.

Per rimediare a questi gravi danni ambientali ma, soprattutto, per garantire un futuro alle prossime generazioni, occorrerà seguire un nuovo modello di sviluppo, definito sviluppo sostenibile.

Lo sviluppo sostenibile si basa su alcune caratteristiche fondamentali:

-    lo sfruttamento delle risorse naturali, che non sono illimitate, deve essere controllato e ridotto il più possibile;

-    lo sviluppo deve avvenire senza distruggere l’ambiente, risparmiando l’energia e l’acqua e riducendo l’inquinamento grazie al riciclaggio dei rifiuti;

-    il progresso economico e tecnico deve coinvolgere anche i Paesi più poveri che posseggono grandi quantità di materie prime, ma che le forniscono ai Paesi ricchi al prezzo imposto da questi ultimi.

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I settori produttivi