IL PACKAGING

4. 2 IL PACKAGING

Abbiamo detto che il marchio (logotipo più pittogramma) può distinguere un’azienda dalle altre e un suo prodotto tra gli altri, per esempio tra quelli disposti sugli scaffali di un supermercato.

Il packaging (dall’inglese, “confezionamento”, “imballaggio”) è lo studio delle confezioni e della presentazione al pubblico dei prodotti: tanto più questo studio è meticoloso e “scientifico”, tanto è maggiore la possibilità di “farsi notare” del prodotto.

La nostra attenzione, infatti, non viene catturata solo dal marchio che sta sulla confezione, ma anche dalla forma, dai colori, dalle scritte e dalle immagini che la caratterizzano.

Inoltre, poiché il prodotto in genere non si può vedere, la confezione deve rappresentarlo fornendo informazioni, più o meno realistiche, al consumatore sulle sue caratteristiche. La confezione di un prodotto diventa così uno strumento di informazione, un mezzo pubblicitario portatile che fa parte del prodotto stesso.

Gli elementi che devono caratterizzare la confezione sono:

- la forma, che deve essere scelta in base al prodotto contenuto;

- la dimensione, che bisogna calcolare bene in funzione dei consumi previsti;

- la semplicità di costruzione: spesso, aprendo completamente una confezione, ci accorgiamo che è originata da un unico foglio, opportunamente piegato e incollato;

- la facilità di immagazzinaggio;

- i materiali, pensando alla protezione e alla conservazione del contenuto, ma anche alle sensazioni tattili di chi compra;

- gli aspetti funzionali, come il tipo di chiusura, la facilità di utilizzo ed eventualmente di riutilizzo (come, ad esempio, il bicchiere della Nutella);

- i colori;

- i caratteri tipografici;

- le illustrazioni.


4. 3 I GRAFICI STATISTICI

Un’altra applicazione della grafica, pensata per fornire un messaggio in modo immediato, è quella dei grafici statistici.

Nei testi a carattere scientifico (nella statistica soprattutto ma, in genere, quando si vogliono descrivere quantità e grandezze, non solo facendo un elenco di numeri), alcune raccolte di dati possono essere rappresentate con diversi tipi di grafici.


▶ Istogramma o grafico a colonne. È un grafico utilizzato quando si vuole evidenziare il confronto tra due o più grandezze. L’esempio nella figura in basso vuole raffigurare, all’interno di una scuola immaginaria, la suddivisione tra i praticanti di vari sport per quantità e per genere (maschi e femmine).

Cartogramma. È un grafico utilizzato quando si vuole descrivere un fenomeno che interessa un territorio. La base è, quindi, una carta geografica della regione, Paese, provincia o altra entità territoriale che si desideri analizzare. Nell’esempio a fianco, le regioni italiane sono colorate diversamente a seconda del consumo domestico di elettricità per abitante. Il confronto tra le diverse regioni risulta, perciò, facilmente interpretabile.
Ideogramma. Utilizza delle figure stilizzate ispirate a ciò che il grafico vuole rappresentare. Nell’esempio, si mettono a confronto le produzioni di olio di quattro Paesi del Mediterraneo. Ciascuna bottiglia del disegno corrisponde a una data quantità ed è usata come unità di misura. Nel nostro caso, una bottiglia equivale a 500 migliaia di quintali di olio prodotti. Anche in questo caso la lettura è immediata: la Spagna produce molto più olio di tutti gli altri Paesi.
► Grafico a torta o a settori circolari. Si impiega quando occorre rappresentare dei valori in percentuale, considerando l’intero cerchio come il 100%. Nell’esempio a fianco si è voluta descrivere la situazione, lavorativa e non lavorativa, dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni.

► Grafico a linee. È un tipo di grafico usato per rappresentare la variabilità di un fenomeno nel tempo; l’esempio a fianco mostra come cambia la temperatura di un luogo nel corso dei mesi.

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Il disegno